Palazzo della Ragione, le foto delle ultime importanti scoperte
Novità di rilievo dalla campagna di indagini svolta su alcuni affreschi.
Nuovi elementi sulla storia delle trasformazioni che hanno interessato il Palazzo della Ragione, dalla sua fondazione all’attuale struttura, emergono dagli studi condotti dal Centro Interdipartimentale di Ricerca Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico-Artistici - CIBA dell’Università degli Studi di Padova.
Palazzo della Ragione, le foto delle ultime importanti scoperte
Nuovi elementi sulla storia delle trasformazioni che hanno interessato il Palazzo della Ragione, dalla sua fondazione all’attuale struttura, emergono dagli studi condotti dal Centro Interdipartimentale di Ricerca Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico-Artistici - CIBA dell’Università degli Studi di Padova, realizzati nell’ambito dell’accordo di collaborazione firmato a marzo 2021 con il Comune di Padova.
Le indagini eseguite su alcune aree test all’interno del Salone, con le più moderne tecniche di rilievo e analisi non invasiva, (imaging multispettrale; rilievo con scanner a luce strutturata; termografia IR) confermano infatti la presenza di un ricco palinsesto decorativo e strutturale in cui anche tracce della fase trecentesca sono sicuramente conservate in più punti e a diverse quote sotto le attuali superfici pittoriche.
L’esito di queste indagini fornisce una risposta positiva alle richieste di approfondimento avanzate dall’ICOMOS per il report intermedio della candidatura del 2020 circa la possibile presenza di ulteriori elementi trecenteschi riconoscibili nel Salone e apre un nuovo capitolo sulle possibilità di studio e conoscenza di uno degli edifici storici più noti di Padova e più importanti per la vita cittadina, ancora in gran parte da scoprire anche con l’ausilio delle nuove tecnologie.
L’approccio integrato di conoscenze, come quello messo in campo grazie alla collaborazione tra il CIBA e il Comune di Padova, partendo dalle esperienze nella Cappella degli Scrovegni sino a quelle nel Palazzo della Ragione, costituisce un esempio virtuoso di interazione tra le istituzioni, quanto mai auspicabile oggi, per la tutela e fruizione del patrimonio storico artistico di cui Padova è custode.
Il commento dell'assessore Colasio
L’assessore alla cultura Andrea Colasio sottolinea:
“Questa prima tornata di rilievi che grazie alla preziosa collaborazione con l’ingegner Rita Deiana del CIBA dell’Università di Padova ci conferma l’ipotesi che sotto gli affreschi che ammiriamo oggi nel Palazzo della Regione siano ancora presenti tracce significative di opere realizzate in precedenza e danneggiate irrimediabilmente dall’incendio che nel 1420 distrusse parzialmente l’edificio facendo crollare il tetto e il soffitto ligneo descritto dalle cronache dell’epoca. Emergono quindi conferme dirette dell’esistenza di cicli pittorici realizzati nel 1300, cicli che secondo i documenti storici sarebbero stati commissionati e realizzati da Giotto e dalla sua bottega. Questi ritrovamenti rafforzano l’importanza che il Palazzo della Ragione già ha come elemento fondamentale del percorso artistico storico e culturale di Padova Urbs picta e ci confermano come grazie alle nuove tecnologie possa essere avviata una nuova e interessante campagna di studi per conoscere ancora più a fondo la storia dei nostri affreschi del ‘300.
Come Amministrazione pensiamo che il nostro ruolo sia non solo quello di custodire e salvaguardare questo straordinario patrimonio, ma anche quello di valorizzarlo promuovendo e sostenendo tutte quelle attività scientifiche e storiche, come questa sviluppata col CIBA che approfondiscono le nostre conoscenze su queste opere e su quel periodo storico fondamentale per la storia della nostra città. Come ho più volte ricordato, Padova era allora una città considerata una “capitale” per il ruolo politico economico, ma anche culturale scientifico e tecnico che ricopriva. Conoscere più a fondo quel secolo speciale, vuol dire conoscere meglio la nostra storia, le nostre radici e quindi la nostra identità come città”.