La protesta

Studenti Pro Palestina occupano con le tende i cortili di Palazzo Bo: "Inizia l'Intifada studentesca"

Alla stregua di ciò che sta accadendo negli Usa e in altre città italiane, gli studenti padovani intendono restare accampati fino al prossimo mercoledì, 15 maggio 2024: "Fuori Israele da UniPd"

Studenti Pro Palestina occupano con le tende i cortili di Palazzo Bo: "Inizia l'Intifada studentesca"
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Nel corso della mattinata di oggi, venerdì 10 maggio 2024, alcuni studenti padovani Pro-Palestina hanno occupato con le tende i cortili di Palazzo Bo, storica sede dell'Università degli Studi di Padova.

"Oggi inizia l'Intifada studentesca" scrivono gli organizzatori sui loro canali ufficiali. Prendendo spunto dai campus statunitensi, gli studenti padovani chiedono a viva voce lo stop agli accordi dell'università con atenei e aziende israeliane, ma anche con imprese coinvolte in ciò che sta succedendo nella Striscia di Gaza e che viene definito un genocidio.

Studenti Pro Palestina occupano con le tende i cortili di Palazzo Bo

I cortili di Palazzo Bo, dalla mattina di oggi e fino al prossimo mercoledì 14 maggio 2024, data di anniversario della Nakba del 1948, saranno occupati dalle tende degli studenti padovani Pro-Palestina.

Gli attivisti di Spazio Catai-Potere al Popolo lanciano così quella che definiscono "l'Intifada studentesca", raccogliendo l’appello dell’università di Birzeit e prendendo spunto da quanto stanno facendo i campus negli Stati Uniti. L'iniziativa padovana fa seguito a ciò che sta accadendo in altre città italiane quali Bologna, Roma, Napoli e Palermo. Dopo aver piazzato le tende all'interno della sede dell'Università di Padova, alle 10,30 si è svolta la prima assemblea studentesca.

"A questo punto la nostra volontà è chiara - scrivono gli studenti di Spazio Catai sulla loro bacheca - Fuori Israele da UniPd, nessuna complicità con il Sionismo".

Le tende degli studenti Pro-Palestina nel cortile di Palazzo Bo

Gli studenti padovani, attraverso la loro occupazione, chiedono all'ateneo di terminare ogni tipo di accordo con università e aziende israeliane o comunque coinvolte con ciò che sta accadendo da mesi nella Striscia di Gaza.

"L’ingresso dell’esercito israeliano a Rafah, che segna l’avvio della fase finale del genocidio, deve spingerci a dare tutto quello che possiamo per fare pressione sulle università e sul governo. Ora è il momento per studenti e non di scendere in piazza per fermare concretamente il massacro. Ormai il volto dell’oppressione è scoperto. Il sistema coloniale israeliano può essere fermato solo con un boicottaggio totale, come è stato fatto per il Sud Africa.

L'Intifada studentesca

Visto che i paesi occidentali non accennano a fare marcia indietro, quest’iniziativa può partire solo da noi. Dalle nostre tende ci uniamo agli studenti di tutta Italia per avanzare delle richieste chiare. Pretendiamo che università e governo smettano di essere complici nei crimini di guerra e nei crimini contro l’umanità perpetrati da Israele contro la popolazione palestinese.

Alle università italiane chiediamo di denunciare l’aggressione militare israeliana in corso nella Striscia di Gaza, esprimere solidarietà alla popolazione palestinese e fornire assistenza con tutti i mezzi possibili per sostenere le comunità accademiche e tutte le persone colpite. Alle università chiediamo anche la risoluzione immediata di tutti gli accordi con atenei e aziende ubicate in Israele, oltre che gli accordi con aziende che sono direttamente complici del genocidio in corso come Eni e Leonardo".

Ora gli studenti Pro-Palestina, intenzionati ad allargare quanto più possibile la loro mobilitazione, si attendono una risposta da parte dell'Università di Padova che probabilmente si esprimerà durante la seduta del Senato accademico di martedì prossimo, 14 maggio 2024.

Prima dell'iniziativa di oggi, gli attivisti di Spazio Catai-Potere al Popolo erano stati protagonisti sia di un presidio lo scorso 9 aprile 2024, sia di un'occupazione che ha riguardato l'aula Ederle dell'Università con l'interruzione delle attività didattiche. Alla rettrice Daniele Mapelli era stato richiesto di discutere una mozione relativa al boicottaggio accademico di Israele.

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