Grafica Veneta, il presidente Franceschi: "Non sapevamo nulla"
La decisione dopo la bufera che ha coinvolto i due manager del colosso di Trebaseleghe: via coop esterne e appalti azzerati.
Il presidente di Grafica Veneta difende l'azienda dopo la bufera seguita all'arresto dei due manager.
Grafica Veneta, il presidente Franceschi difende l'azienda
Deluso e amareggiato. "Associare il mio nome al fenomeno del caporalato è contro il buonsenso". Così Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta, l'azienda di Trebaseleghe con circa 700 dipendenti finita nella bufera dopo l'arresto di due suoi manager di primo piano, coinvolti nell'inchiesta sul caporalato dei Carabinieri di Padova, prova a difendersi e difendere la reputazione della sua "creatura".
Franceschi parla di "gogna mediatica" contro la sua azienda, che aveva affidato ad una cooperativa trentina, di cui erano dipendenti i 9 pakistani arrestati, un appalto da 270mila euro. Gli operai venivano pagati 4,50 euro l'ora, lavorando fino a 15 ore al giorno. E chi provava a ribellarsi, come emerso dall'indagine, veniva messo a tacere con botte e vessazioni di ogni genere.
"Noi negli ultimi 6 mesi abbiamo pagato alla cooperativa una media di 22 euro l'ora - ha spiegato ai microfoni Rai il presidente di Grafica Veneta - Dove siano finiti gli altri 18 euro lo lascio accertare ai magistrati".
Il caos dei badge fuori controllo
Gli operai sfruttati timbravano il badge nella sede di Trebaseleghe, ma secondo Franceschi quei riscontri non sarebbero attendibili per calcolare le ore effettivamente lavorate. "Abbiamo anche provato a controllare, sbattendo contro il muro di gomma della privacy o altro...", sottolinea.
Niente più coop esterne e appalti "azzerati"
"Scottato" però dal coinvolgimento dei due amministratori nell'inchiesta, il presidente di Grafica Veneta vuole ora azzerare tutto per ripartire: mai più cooperative esterne e revoca di tutti gli appalti in essere.
E sui due manager coinvolti non ha dubbi: "Non sapevano nulla delle violenze". Versione che cozza però con le risultanze dell'indagine, che ha fatto dire agli inquirenti che i vertici di Grafica Veneta "non potevano non sapere". Lui stesso conferma di non saperne nulla: "Non temo la giustizia, anzi credo che la Procura abbia scoperchiato una cosa che andava scoperchiata",