Soffocò la fidanzata a Tombolo, ma per un vizio procedurale potrebbe tornare libero
Il 49enne Youssef Moulay Mahid si trova ora in custodia cautelare alla Casa Circondariale di Padova. Andrà a processo in Corte d'Assise il prossimo 11 aprile
E' stata fissata per il prossimo 11 aprile 2024 l'udienza per il 49enne Youssef Moulay Mahid che andrà a processo per omicidio davanti alla Corte d’Assise per il femminicidio di Liliana Cojita, 55enne di origini rumene morta soffocata a Tombolo lo scorso 21 settembre 2024. Al momento l'imputato, difeso dall'avvocato Corrado Perseghin, sta attendendo novità dalla Cassazione in merito a un ricorso presentato per un vizio di procedura. Nel caso l'esito fosse positivo, Youssef (che ora si trova nella casa circondariale di Padova) potrebbe essere liberato.
Morte Liliana Cojita, Youssef potrebbe tornare libero per un vizio procedurale
Il legale di Youssef Moulay Mahid, che ha presentato ricorso in Cassazione per un vizio procedurale, avranno risposte soltanto giovedì prossimo, 21 marzo 2024. Qualora i giudici della Corte Suprema dovessero accogliere quanto avanzato dall'avvocato Corrado Perseghin il 49enne di origini marocchine potrebbe essere liberato dalla custodia nella casa circondariale Due Palazzi di Padova.
In ogni caso il prossimo giovedì 11 aprile 2024 è stata fissata la prima udienza del processo che lo vede indagato con l'accusa dell'omicidio di Liliana Cojita, 55enne rumena morta soffocata con un cuscino a Tombolo il 21 settembre 2023. Fin da subito Youssef ha ammesso le sue colpe davanti alla Gip Maria Luisa Materia, sottolineando però che non aveva intenzione di ucciderla e che, quando la situazione si era fatta irreversibile, ha cercato di rianimarla. Per questo motivo il Gip ha scelto di non convalidare il fermo chiesto dal Pm Roberto d'Angelo, ma ha optato per la custodia cautelare in carcere.
Il giorno del femminicidio
L'ha soffocata fino a ucciderla al culmine di una violenta lite, poi è andato a costituirsi. La tragedia si è consumata nella tarda mattinata del 21 settembre 2023 a Tombolo, all'interno di un appartamento del centro storico.
La vittima è Liliana Cojita, 55 anni (ne avrebbe compiuti 56 tra pochi giorni), origini rumene. In quell'appartamento, in via Vittorio Veneto, la donna viveva ormai da alcuni mesi. Un alloggio condiviso con un italiano, un operaio che lavora nella zona di Bassano, e altri due stranieri: un cinese lavapiatti e Youssef Moulay Mahid, 49enne marocchino, l'uomo che l'ha brutalmente uccisa.
L'uomo, che era legato da un sentimento verso la sua vittima, l'ha afferrata per il collo fino a strangolarla.
"Ho ucciso una donna, è nell'appartamento. Non so cosa mi sia successo, abbiamo litigato e ho perso la testa".
Questa le drammatiche parole riferite ai Carabinieri poco dopo, quando il 49enne è andato a costituirsi in caserma.
Immediato l'arrivo in via Vittorio Veneto dei militari, che hanno transennato l'area per seguire gli opportuni rilievi. Il medico legale non ha potuto fare altro che constatare il decesso della donna, il cui corpo è ora a disposizione dell'Autorità giudiziaria. Le indagini, tese ad accertare il movente del delitto, si sono subito orientate sulla sfera sentimentale: la pista principale, infatti, ha portato a un raptus dovuto alla gelosia.
La vittima si era trasferita a Tombolo per stare vicina alla sorella, che vive in paese (nella frazione di Onara) con la famiglia. Qui, purtroppo, ha trovato invece la morte.