I "guerrieri" di Telegram, il mancato blitz contro Speranza a Padova e il separatista veneto
Progettavano azioni violente da realizzare anche con l’uso di armi ed esplosivi fai da te. Coinvolti due veneti.
Otto decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti da parte della Digos per istigazione a delinquere aggravata. C'era anche due veneti.
I "guerrieri" di Telegram
Nella prima mattinata di oggi, giovedì 9 settembre 2021, la Polizia di Stato, al termine di un’attività investigativa coordinata dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano dr. Alberto Nobili e dal PM dr. Piero Basilone, ha dato esecuzione a 8 decreti di perquisizione delegata nei confronti di altrettanti soggetti indagati per istigazione a delinquere aggravata.
Oltre al Capoluogo lombardo, le perquisizioni – condotte dalla D.I.G.O.S. e dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano in collaborazione gli omologhi Uffici territorialmente competenti – hanno interessato le Province di Roma, Venezia, Padova, Bergamo e Reggio Emilia.
"I Guerrieri" di Telegram
Gli indagati figurano membri attivi di un gruppo Telegram denominato “I guerrieri” nel quale vengono progettate azioni violente da realizzare – anche con l’uso di armi ed esplosivi fai da te – in occasione delle manifestazioni “no green pass” organizzate su tutto il territorio nazionale, in particolare quella in programma nella Capitale per le giornate dell’11 e 12 settembre prossimi.
L’indagine trae origine dalla costante attività di monitoraggio condotta dai due Uffici investigativi milanesi – su input della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – nei confronti dei numerosi gruppi di protesta attivi sul web contro le misure di contenimento adottate dall’Esecutivo per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID-19.
L'azione mancata a Padova contro Speranza
Dall’analisi dei messaggi pubblicati sulla chat dei “Guerrieri” è emerso che gli indagati – uno dei quali titolare di porto d’arma e già noto alle Forze dell’Ordine per la sua vicinanza al separatismo veneto – oltre all’intenzione di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma nella Capitale il prossimo sabato, incitano gli altri membri del gruppo a realizzare azioni violente nelle rispettive Province di residenza, contro non meglio precisati “obiettivi istituzionali” o approfittando della visita di esponenti dell’Esecutivo, come quella – poi annullata – prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte del ministro Speranza.
Inoltre, il prosieguo dell’attività investigativa ha consentito di riscontrare l’effettiva intenzione di alcuni membri del gruppo di realizzare una “riunione preparatoria” in vista dell’appuntamento romano e di approvvigionarsi di armi bianche da utilizzare in quell’occasione.