34enne di Terrassa Padovana aggredita e terrorizzata dall'automobilista con cui ha avuto un incidente
Vittima dell’inqualificabile e grave episodio di violenza scaturito da un banale incidente.
Presa a schiaffi, strattonata, scaraventata a terra, costretta a barricarsi nella sua macchina, presa a sua volta a calci e pugni, e terrorizzata dalla “furia cieca” di un automobilista che per di più le aveva appena danneggiato la vettura.
L'incidente a Conselve
E’ un’aggressione inaudita quella di cui è rimasta vittima una 34enne di Terrassa Padovana a Conselve per mano di A. C., 56 anni di Montegrotto Terme, contro il quale ho sporto denuncia querela presso la stazione dei carabinieri di Bovolenta. L’inqualificabile e ingiustificabile episodio, a maggior ragione visti i futili motivi e anche la lieve entità del sinistro che l’ha scatenato, è accaduto il 2 dicembre 2020, alle 17.30, nel parcheggio del Bai-Li Market, in via Seconda Strada a Conselve. La donna stava per uscire dal park con la sua Volkswagen Golf per immettersi sulla strada principale quando la sua automobile è stata urtata dall’Alfa Romeo 159 condotta dal 56enne, che cercava di entrare nel posteggio contromano.
Ha chiamato i Carabinieri ma...
La conducente è scesa per verificare i danni, era stato danneggiato il fanale e strisciato il paraurti anteriore, e ha telefonato ai carabinieri per riferire l’accaduto e chiedere indicazioni e assistenza, come si è soliti agire in tali circostanze. Non l’avesse mai fatto! Appena la “controparte” ha visto e sentito che aveva chiamato il 112, si è scatenato: ha lasciato che la giovane finisse la telefonata e le è saltato addosso. Le ha assestato un paio di ceffoni, l’ha strattonata con violenza e l’ha sospinta a terra. La malcapitata, terrorizzata, rialzatasi a fatica ha riguadagnato l’abitacolo e ci si è chiusa dentro a chiave per la paura. Non contento, il cinquantaseienne ha continuato il suo “show” accanendosi sulla Golf a suon di altri calci e pugni e danneggiandola ulteriormente: ha ammaccato il cofano e fatto addirittura un buco sul paraurti posteriore, tanta era la forza dei colpi.
Presentata la querela
Provvidenziale l’intervento dei carabinieri di Tribano, che non senza fatica hanno calmato il violento, e successivamente di una pattuglia della polizia locale di Conselve, che ha seguito le pratiche relative al sinistro: la fine di un incubo per la donna, che successivamente si sarebbe recata al Pronto Soccorso dove le hanno riscontrato contusioni e una contrattura dei muscoli cervicali e dorsali, per una prognosi di una settimana.
La automobilista, attraverso la consulente legale Alessia Paccagnella, si è quindi affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che supporterà la propria assistita per essere adeguatamente risarcita non solo per i danni materiali alla vettura conseguenti all’incidente stradale, ma anche e soprattutto, attraverso i propri servizi legali, per quelli fisici e morali subiti dall’aggressore che, oltre a causarle lesioni, le ha fatto anche vivere un’esperienza da incubo di cui porterà a lungo i segni. Aggiungendo, già che c’era, anche altre “botte” gratuite alla carrozzeria della sua macchina. E come primo passo è stata presentata formale denuncia querela nei confronti di A. C. per percosse e danneggiamento.
Troppe le aggressioni
La giovane e Studio3A confidano in una risposta eloquente da parte della Giustizia anche per dare un segnale forte rispetto all’inquietante fenomeno delle liti e aggressioni “stradali”, che scaturiscono cioè da incidenti, e che in taluni casi finiscono addirittura in tragedia: dai dati di un’indagine in materia realizzata dall’Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, in Italia nel 2016 erano stati censiti 183 episodi sul genere, con quattro morti e 238 feriti, di cui 37 gravi, alcuni dei quali perpetrati anche con armi “proprie” come pistole e coltelli, e parliamo solo di quelli “refertati”. Ma non occorre andare tanto lontano nel tempo e nello spazio, basti citare la vicenda del pensionato vicentino pestato a sangue lo scorso ottobre, a Vicenza, da un giovane che lo aveva appena tamponato con la macchina e che poi è scappato, salvo essere successivamente rintracciato e denunciato dalle forze dell’ordine. La colpa dell’anziano? Solo quella di aver chiesto alla controparte di accostare e di compilare il modulo Cai.
Non parliamo poi delle aggressioni ai danni degli agenti di polizia e carabinieri preposti ai controlli stradali: sempre l’Asaps nei soli primi quattro mesi di quest’anno, nonostante il lockdown, ne ha registrate ben 913 di refertate, contro le 699 dello stesso periodo del 2019: 214 in più.
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