La nonna più veloce al mondo è padovana e la scienza statunitense studia il suo corpo per capire come fa
In carriera ha vinto 11 titoli mondiali, 31 europei e 115 italiani: per il Washington Post, nonostante i suoi 92 anni, Emma Maria Mazzenga ha il fisico di una 70enne e il flusso sanguigno di una 20enne

La gioia e l'ebrezza di correre con tutta l'energia del proprio corpo, anche se la carta d'identità dice... 92 anni! Di fronte a una storia simile, la prima domanda che ci si viene da chiedere è "ma come fa?".
Chi vi scrive non ha ancora raggiunto la soglia dei 30 anni, eppure, nonostante nel corpo abbia la piena vitalità della giovinezza, non può non ammettere di iniziare a sentire qualche primo acciacco fisico (e credo che tanti miei coetanei possano confermare). Per cui, di fronte alle imprese di Emma Maria Mazzenga non c'è altro da fare che "togliersi il cappello" e imparare. Perché non è mai troppo tardi per prendersi cura del proprio corpo, soprattutto se lo sport rappresenta anche una valvola di benessere per il proprio umore.

Per Emma Mazzenga, 92enne di Padova, non c'è niente di meglio dell'avere ai piedi le sue amate scarpe da running, mettersi ai nastri di partenza e correre dritto, prima di tutti, verso il traguardo. E al diavolo l'età! Non è un caso, quindi, che la nonna più veloce del mondo sia finita oggi al centro di uno studio tra ricercatori italiani e statunitensi dedicato all'invecchiamento attivo.
La nonna velocista Emma Mazzenga studiata da scienziati italiani e statunitensi
Chissà quale emozione ha provato Emma nel vedere il suo nome e le sue foto sulle pagine del Washington Post, che ha parlato di lei come di una velocista di 92 anni che ha le fibre muscolari di una ventenne.
Ma non è solo uno dei più famosi quotidiani degli Stati Uniti ad aver messo gli occhi sulla nonna padovana per raccontare la sua storia. Anche gli scienziati italiani e statunitensi, alla luce dei suoi grandi successi sportivi, si sono interessati a lei per capire come sia possibile per una persona anziana over 90 raggiungere tali performance sportive.
Emma Mazzenga, infatti, ha vinto 11 titoli mondiali, 31 europei, 115 italiani, detiene 4 record mondiali nella sua categoria di età e ha battuto di recente 2 volte il record mondiale dei 200 metri. Numeri impressionanti, soprattutto perché, ricordiamo se non si fosse capito, sulla carta d'identità c'è scritto anno di nascita 1933.
Tutti questi risultati, quindi, hanno portato gli scienziati a studiare il suo corpo, analizzandone muscoli, nervi e mitocondri. Marta Colosio, della Marquette University di Milwaukee e prima autrice dello studio, dice che la sua funzione mitocondriale "è eccezionalmente ben conservata, suggerendo una resistenza all’invecchiamento muscolare".
"Grazie alla genetica o al suo stile di vita, o a una combinazione di entrambi, è in grado di mantenere la comunicazione tra il cervello, i nervi e i muscoli a un livello molto più sano di quello che si osserva normalmente in una persona di 90 anni" ha dichiarato Chris Sundberg, tra gli scienziati coinvolti nella ricerca.

La storia di Emma, inoltre, è piuttosto particolare perché ha fatto atletica fino ai 19 anni, dopodiché ha smesso per dedicarsi allo studio, laurearsi e diventare insegnante di chimica, per poi ricominciare a correre all'età di 53 anni.
Secondo il Washington Post, le sue fibre muscolari assomigliano a quelle di una persona sana di 70 anni, mentre il suo flusso sanguigno – da cui deriva l’ossigenazione dei muscoli – è come quello di una ventenne. Al quotidiano statunitense, Emma Mazzenga ha riferito che non ha mai smesso di allenarsi, consigliando a tutti di non passare mai un giorno senza muoversi.