Medico Santucci: "Servono misure più restrittive, mendichiamo un posto letto col segno della croce"
"Avevamo e abbiamo tutt’ora, un bisogno disperato di misure più restrittive, ma le nostre istanze saranno nuovamente disattese".
Parla il medico Carlo Santucci che presta servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale di Camposampiero.
Situazione difficile
Carlo Santucci, medico che da quasi un anno presta servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale di Camposampiero, ha deciso di lasciare ai social una considerazione sulle restrizioni attuate per limitare il contagio del Covid-19. Anche lui vive in prima linea la pandemia e scrive:
"Se la situazione sanitaria del Veneto fosse un quadro , sarebbe 'la zattera della medusa' di Theodore Géricault.
Un naufragio, nel naufragio. Oggi, primo Gennaio , smonto da una notte in bianco e con un bollettino pesantissimo che aggrava ulteriormente le condizioni di una zattera già in balia della tempesta, che si barcamena, ancora, solo grazie al coraggio dei suoi sanitari .
Nelle ultime 24 h:
-4800 nuovi contagi (di gran lunga la peggior regione d’Italia ma, purtroppo, non è una novità...)
-Più di 130 decessi che portano il triste primato a 6539 vittime totali .
-3000 e passa ricoverati
-più di 400 pazienti in terapia intensiva .
Ogni singolo organo di questa sanità vive una sofferenza drammatica a causa delle mancate restrizioni che, da mesi e senza fortuna , chiediamo per il bene della collettività ( io stesso ho scritto a Regione e giornali più di una volta). La zona gialla non funziona".
Sui 21 parametri...
Santucci prosegue:
"Non è vero che il numero dei casi è conteggiato per eccesso, in virtù dell’alto numero dei tamponi rapidi. Il tracciamento, infatti, trova riscontro dove il virus si concentra e questa ne è la prova . Non è vero che quei 21 parametri 'assegna fascia' rappresentano la verità assoluta per permettere ad una regione di permanere in una determinata zona o scalare in un’altra .
Ogni singola regione ,infatti , da dpcm, ma soprattutto seguendo un razionale, può decidere autonomamente regole più restrittive, ascoltando le voci della propria sanità. Non fidatevi di chi vi dice che le terapie intensive sono l’ago della bilancia nel decidere o meno una misura più restrittiva .
Queste infatti non sono che una parte della tara".
E prosegue:
"Pensate che un paziente dal Pronto soccorso vada solamente e direttamente in terapia intensiva? Niente affatto! I reparti definiti NON CRITICI ,cioè a media complessità , dove, come notate dai numeri , si concentra la stragrande maggioranza dei nostri pazienti che richiede ospedalizzazione, soffrono ancora di più avendo una disponibilità limitatissima di posti e costringendo, noi medici del pronto soccorso , a fare salti mortali per curare in ambienti non sempre idonei i tanti pazienti che arrivano (almeno 10/12 ambulanze Covid al giorno)".
Difficoltà nel trovare posti letto
Il medico ha poi sollevato la problematica dei posti letto:
"Per non parlare del lavoro di telefonisti /centralinisti che dobbiamo fare tra gli ospedali del Veneto, mendicando un posto letto con un segno della croce. Alcuni reparti dei nostri ospedali stanno inoltre chiudendo, caricando sul pronto soccorso ulteriormente anche il carico NON COVID.
Questo virus si combatte FUORI dagli ospedali , con la prevenzione e non dentro . Ad ogni modo anche il numero delle terapie intensive deve essere riconteggiato perché ad oggi manca il personale specializzato che le fa funzionare .
Una postazione da 4 letti ha bisogno infatti di un anestesista-rianimatore e di due infermieri almeno , al momento non sempre riusciamo a garantire questo rapporto. Le terapie intensive, per tutti questi motivi , non possono essere considerate le 'regine' dei 21 parametri discriminanti .
Avevamo e abbiamo tutt’ora, un bisogno disperato di misure più restrittive, ma le nostre istanze saranno nuovamente disattese perché l’economia è sempre più forte della salute , gli interessi sempre più importanti dei nostri pazienti e gli 'schei' sempre più pesanti delle lacrime. Questa è la realtà dei fatti, raccontata da un semplice soldato di trincea che non ha padroni ma, come moschetto , un debole contratto che si prolunga di mese in mese...".
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