A Padova

"E' un gesto d'amore, non un reato", le famiglie arcobaleno in piazza contro le restrizioni alla maternità surrogata

La legge Varchi colpisce anche chi va all'estero per la Gestazione per Altri (GPA), scatenando proteste per il diritto alla genitorialità

"E' un gesto d'amore, non un reato", le famiglie arcobaleno in piazza contro le restrizioni alla maternità surrogata
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Nella giornata di domenica 27 ottobre 2024, decine di persone si sono riunite in piazza a Padova per manifestare contro la nuova legge Varchi, che impone ulteriori restrizioni alla Gestazione per Altri (GPA). La normativa, infatti, rende perseguibile anche chi si reca all'estero per ricorrere alla maternità surrogata in Paesi dove questa pratica è legale. Le famiglie arcobaleno, insieme ad altre associazioni, hanno espresso il loro dissenso, definendo la GPA una scelta d’amore e un diritto da difendere.

Le famiglie arcobaleno scendono in piazza

E dopo la manifestazione contro il DDL Sicurezza in Piazza Garibaldi dello scorso sabato, a Padova si torna a manifestare, questa volta contro la Legge Varchi, che rende perseguibile chiunque decida di accedere alla Gestazione per Altri (GPA), ossia la pratica di procreazione medicalmente assistita, nella quale una donna porta avanti una gravidanza per una coppia che non può.

Le famiglie arcobaleno, insieme ad altre associazioni, hanno espresso il loro dissenso, definendo la GPA una scelta d’amore e un diritto da difendere.

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"E' un gesto d'amore"

In Italia, la maternità surrogata è vietata da anni. Tuttavia, l’inasprimento introdotto dalla legge Varchi introduce sanzioni per chiunque si rechi in uno dei 66 Paesi che consentono la GPA per ricorrere alla pratica.

"Le coppie che si recano all’estero per la GPA, in un Paese in cui è legale, saranno perseguite in Italia - spiega Valentina Bagnara, referente veneta dell’associazione Famiglie Arcobaleno, in un'intervista al TGR - Ma non è un reato, è un gesto d’amore".

Di seguito, una parte dell'intervento di Valentina, durante la manifestazione:

 

Il dibattito sul tema si è fatto acceso: circa il 90% dei ricorsi alla GPA proviene da coppie eterosessuali, ma a scendere in piazza oggi erano anche molte famiglie arcobaleno, oltre a gruppi come l’associazione Luca Coscioni.

"L’associazione Luca Coscioni sostiene da sempre le persone, i cittadini italiani, che fanno la scelta di una gestazione per altri", afferma al TGR Domenico Farano, dell'Associazione Luca Coscioni. "Noi continueremo ad assistere i nostri cittadini che vorranno rivolgersi a noi, anche per andare in tribunale per difendere i loro diritti contro un reato universale che non esiste".

Si attende il giudizio della Corte Costituzionale

La questione dei diritti dei bambini delle coppie gay si trova al centro di un dibattito cruciale, soprattutto nel Padovano. In attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che potrebbe chiarire la situazione legale per i bambini delle famiglie arcobaleno, che si trovano a dover affrontare incertezze legali riguardo al riconoscimento dei loro diritti, inclusi quelli legati alla salute e all'istruzione.

Di recente, una sentenza della Corte d’Appello di Venezia, in merito ai ricorsi della Procura di Padova e del Ministero dell’Interno sulla legittimità degli atti d’anagrafe dei figli di mamme arcobaleno registrati dal Sindaco Sergio Giordani a partire dal 2017, ha rimandato tutto alla Consulta, stabilendo il rinvio della causa all’udienza al prossimo 23 dicembre 2024.

Sebbene non ci sia ancora giudizio in merito, si tratta comunque di un altro passo favorevole alle mamme arcobaleno del Veneto che da sempre chiedono una legge, che legittimi gli atti anagrafici dei bambini.

In merito alla questione, abbiamo dedicato il seguente articolo, per un ulteriore approfondimento.

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