Delitto di Vigonza

Femminicidio Zanola: Giada temeva di essere stata già drogata da Favero per avere un figlio

All'ex compagno 39enne potrebbe essere contestata l'aggravante della premeditazione sull'uccisione della giovane lo scorso 29 maggio 2024

Femminicidio Zanola: Giada temeva di essere stata già drogata da Favero per avere un figlio
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Arrivano nuovi aggiornamenti sul caso di Giada Zanola: la 33enne lanciata e uccisa dall'ex fidanzato Andrea Favero nella notte tra il 29 e il 30 maggio scorsi dal cavalcavia di Vigonza.

Gli esami sui suoi vestiti hanno mostrato la presenza di benzodiazepine. Dunque, potrebbe essere stata incosciente poco prima della morte. A ciò si aggiunge una confessione fatta ad un'amica: Giada temeva di essere stata drogata più volte da Favero per avere un figlio da lei.

Giada Zanola

Femminicidio Zanola: trovate tracce di psicofarmaci sui vestiti

Giada Zanola, la donna gettata dal cavalcavia a Vigonza lo scorso 29 maggio, forse era incosciente a causa della somministrazione di psicofarmaci. Gli esiti definitivi sugli esami dei suoi vestiti indicano infatti la presenza di benzodiazepine.

L'ennesima prova che confermerebbe l'esito dell'autopsia sul corpo della 33enne effettuata il 26 giugno 2024, secondo cui la vittima era stata stordita prima dell'uccisione.

In seguito ai primi accertamenti del medico legale, analizzate anche dal pubblico ministero della procura di Padova Giorgio Falcone, non erano infatti risultate prescrizioni di ansiolitici a nome di Giada per uso terapeutico. Pare, in realtà, che tali medicinali fossero stati prescritti proprio a Favero, che li avrebbe comprati e portati a casa.

Secondo gli inquirenti, il 39enne avrebbe dunque stordito la compagna nella loro abitazione, per poi caricarla in auto e lanciarla dal cavalcavia mentre si trovava in uno stato di incoscienza indotta. Prima di farla cadere nel vuoto, l'avrebbe posizionata sul gradone alto 80 centimetri da terra che scorre lungo il parapetto del viadotto.

Temeva di essere stata drogata da Favero per avere un figlio

Si aggrava, dunque, la posizione di Andrea Favero, accusato di omicidio, a cui potrebbe essere contestata l'aggravante della premeditazione sull'uccisione della 33enne lo scorso 29 maggio.

Andrea Favero

L'ipotesi di stordimento verrebbe confermato anche da alcuni messaggi in cui la ragazza raccontava a un'amica il timore che il 39enne le somministrasse qualcosa a sua insaputa.

"Mi sento fiacca, ci vedo doppio"

Questa la confessione fatta ad un'amica della 33enne quella tragica notte. Già nelle settimane precedenti Giada aveva confessato i suoi timori su un presunto tentativo di drogarla da parte di Favero.

Non solo: avrebbe raccontato che temeva di essere stata violentata da lui durante il sonno indotto poiché cercava di avere un secondo figlio da lei.

Si cerca ancora il cellulare di Giada

Restano, dunque, ancora molti gli interrogativi. Dopo una prima confessione, non utile ai fini del processo, Favero ha continuato a ribadire di avere ricordi offuscati di quella notte sul cavalcavia.

Un altro elemento particolarmente misterioso in questa vicenda sta nel fatto che, al momento, il cellulare di Giada Zanola non sia stato ancora ritrovato.

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