Edifici pubblici tutt’altro che “Smart”: ben il 56% è nelle classi energetiche peggiori

L’efficienza energetica degli edifici pubblici in Italia è tutt’altro che buona: è questo ciò che emerge da uno studio condotto dal Gruppo The European House – Ambrosetti, noto anche come TEHA Group, e pubblicato sul relativo sito Internet ufficiale.
Prima di esaminare questi dati, decisamente scoraggianti, facciamo però alcune utili premesse.
Efficienza energetica: una duplice importanza
Quando si parla di edifici, la relativa efficienza energetica rappresenta senz’altro un parametro fondamentale: essa, infatti, influisce in modo diretto non solo sulle spese di gestione, o meglio sulle spese necessarie per godere del dovuto comfort nei relativi ambienti, ma anche sull’ambiente.
Le normative che disciplinano il mondo dell’edilizia, peraltro, stanno divenendo sempre più stringenti per via del profondo percorso di transizione ecologica avviato dall’Unione Europea; anche per questo motivo, dunque, le performance energetiche rivestono oggi un’importanza primaria per qualsiasi costruzione.
Da cosa dipende l’efficienza energetica di un immobile
Se ci si chiede da cosa dipenda l’efficienza energetica di un edificio non esiste una risposta univoca, dal momento che i fattori influenti sono svariati.
Certamente la tecnologia riveste un ruolo da protagonista, soprattutto per quel che riguarda le soluzioni di riscaldamento e di raffrescamento, che sono notoriamente le più impattanti dal punto di vista energetico, ma una menzione particolare la merita anche il mondo della domotica: possedere un immobile “Smart”, infatti, significa non soltanto godere di un ottimo comfort, ma anche ridurre in maniera esponenziale gli sprechi.
Anche le caratteristiche strutturali hanno una notevole rilevanza: se un edificio è ben isolato dal punto di vista termico, infatti, il suo fabbisogno energetico è destinato a diminuire in maniera importante.
La grande maggioranza degli edifici di ultima generazione presentano delle caratteristiche quantomeno buone per quel che riguarda l’isolamento termico, tuttavia è utile sottolineare che questo parametro può essere ottimizzato anche in edifici già esistenti, magari anche piuttosto datati.
In che modo? Le mura perimetrali, ad esempio, possono essere arricchite con dei pannelli isolanti, è inoltre fondamentale installare infissi di qualità che garantiscano una coibentazione di alto livello: l’ideale è optare per modelli che abbiano un valore di trasmittanza termica inferiore, indicativamente, a 1,2 W/m²K.
In commercio, ad ogni modo, si possono trovare senza difficoltà e anche infissi che assicurino performance di autentica eccellenza con prezzi accessibili, si pensi ad esempio agli infissi in PVC di www.tigulliodesign.it, il cui valore di trasmittanza termica è di appena 0,50 W/m²K.
L’immobile efficiente, dunque, è quello che presenta caratteristiche d’avanguardia sotto molteplici punti di vista.
Le classi di appartenenza degli edifici pubblici italiani
Lo studio condotto da TEHA Group, che è assai recente, proponendo una “fotografia” della condizione degli edifici pubblici relativa al 2024, evidenzia come ben il 56% delle costruzioni rientranti in questa categoria si collochi nelle classi energetiche peggiori, ovvero E, F e G; particolarmente emblematico, inoltre, è il fatto che la classe peggiore in assoluto, ovvero la G, riguardi ben il 24% di questi edifici.
Le percentuali divengono impietosamente più basse se si da un’occhiata all’estremità opposta, ovvero alle classi energetiche più alte: le classi A2, A3 e A4 abbracciano complessivamente appena il 4% degli edifici della Pubblica Amministrazione.
È interessante sottolineare che il PREPA, Programma di Riqualificazione Energetica degli edifici della P.A., ha fissato come obiettivo l’efficientamento energetico del 18% degli edifici pubblici nel lasso temporale compreso tra il 2025 e il 2030, il quale implicherebbe un tasso di efficientamento annuo del 3% e una riduzione annua dei consumi energetici pari al -1,9%.
Sull’effettiva capacità di raggiungere simili risultati, tuttavia, vige non poco scetticismo.
Le principali difficoltà nell’efficientamento degli edifici della P.A.
Secondo gli addetti ai lavori, evidenzia lo studio di TEHA Group, le evidenti difficoltà nel realizzare un processo di decarbonizzazione relativo agli edifici della P.A. sarebbero principalmente dovute a ritardi burocratici, eccessivo numero di enti coinvolti e mancanza di fondi.
Ciò che è palese, ad ogni modo, è il fatto che una rapida inversione di tendenza sia necessaria: l’inefficienza energetica degli edifici pubblici si traduce certo in un maggiore impatto ambientale, ma anche in pesanti costi a carico della collettività.