Tre fasi

Variante Delta, la dottoressa Russo: "Pronto il piano veneto per bloccare i contagi"

Un piano che prevede di aprire nuove aree di tamponi gratuiti, aumentare il contact tracing e vaccinare i contatti del contagiato.

Variante Delta, la dottoressa Russo: "Pronto il piano veneto per bloccare i contagi"
Pubblicato:

Nuove strategie che verranno messe in atto dalle Ulss per poter bloccare la diffusione della variante Delta.

Variante Delta in Veneto

Durante la conferenza stampa di oggi, martedì 6 luglio 2021 del Governatore Luca Zaia, era presente anche la dottoressa Francesca Russo che ha illustrato un Piano di Sanità Pubblica unico nel suo genere per riuscire a fermare i contagi della variante Delta. In Veneto attualmente ci sono 27 casi di variante Delta che è pari al 10%. La dottoressa Russo ha spiegato:

“La variante Delta ha una contagiosità più alta, l’obiettivo è di trovare e circoscrivere la presenza della variante. In questo momento siamo in una fase di bassa circolazione del virus e ci troviamo in una condizione favorevole per individuare e dobbiamo cercare di allargare il più possibile l’isolamento e la quarantena attorno al caso”.

LEGGI ANCHE: Variante Delta, nuovo cluster: quattro 20enni tornate da Barcellona positive

Nuovo piano per bloccare la variante

La dottoressa Russo ha spiegato il piano pensato dalla Regione:

“Abbiamo deciso di procedere in un contesto di continuità aumentando l’offerta del test quindi procederemo nell’aprire delle aree di tamponi gratuiti e allargare il contact tracing mentre il terzo tassello è la vaccinazione. Vogliamo aggiungere qualcosa al concetto di protezione attorno al soggetto che ha una variante, l’obiettivo è di fare tamponi a livello di frequentazione e dei contatti nella vita ma anche a livello geografico, cioè creare un’area geografica protetta dalla vaccinazione. Attorno al caso facciamo l’indagine epidemiologica, individuiamo i contatti tra familiari e sociali (se per esempio è andato in piscina, centro estivo, se lavora). Tutti i soggetti al termine della quarantena se al decimo giorno non hanno sintomi e finiscono quindi il periodo di quarantena offriamo loro, indipendentemente dall’età, la vaccinazione in forma attiva".

La dottoressa Russo ha proseguito spiegando:

"Oltre a questo la vaccinazione verrà proposta non solo ai contatti ma anche all’ambiente che hanno frequentato, per esempio se una persona è in un ambiente lavorativo, attraverso il medico competente, verrà offerto il vaccino a tutti i lavoratori dell’ambiente. E’ il modo per creare un ambiente libero dal Covid al soggetto che ha avuto la malattia. Un altro esempio si può fare per un soggetto positivo all’interno di un condominio, si proseguirà in modo ‘geografico’ ad offrire il vaccino a coloro che abitano nello stesso condominio. L’azione può spostarsi poi nell’intera via o piazza”.

LEGGI ANCHE: Ricoverata una 60enne con la variante Delta, Ulss 1: "Condizione clinica impegnativa"

L'altra operazione pensata dalla Regione è quella di riconsiderare le tempistiche tra la prima e la seconda dose del vaccino nell'area dove è presente la variante, quindi ridurre l’attesa. La dottoressa ha ribadito che non saranno i cittadini che dovranno chiamare o segnalare i casi o il desiderio di essere vaccinato ma saranno direttamente le aziende ospedaliere che contatteranno i cittadini.

Seguici sui nostri canali