Questura di Padova: restaurato l'affresco di Fulvio Pendini
L’affresco, richiamando la grande tradizione trecentesca, presenta una visione della città con figure poste in primo piano e a sua difesa donne e uomini della Polizia.
Nella mattinata di oggi mercoledì 9 marzo, alle ore 12, presso gli uffici della Questura sarà presentato agli organi di informazione il lavoro di restauro del pregevole affresco che decora una sala della Questura, realizzato nel 1966 dall’artista padovano Fulvio Pendini (Padova, 1907-1975).
Questura di Padova: restaurato l'affresco di Fulvio Pendini
IL VIDEO:
All’evento hanno presenziato l’Assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio, il figlio di Fulvio Pendini, la restauratrice d’arte Monica Vial ed i rappresentanti dell’Aspiag Service srl che con la loro generosità hanno reso possibile il finanziamento del restauro.
L’affresco, richiamando la grande tradizione trecentesca, presenta una visione della città con figure poste in primo piano e a sua difesa donne e uomini della Polizia. Il rapporto tra una città e la sua Questura può declinarsi in tanti modi, per quanto diversi e particolari sono i contesti in cui la Polizia è chiamata ad operare.
Padova al vertice dell'arte grazie ai suoi preziosi affreschi
Padova è al vertice della cultura e dell’arte nel mondo grazie ai preziosi e grandi cicli affrescati del Trecento conservati in otto edifici e complessi monumentali della città: la Cappella degli Scrovegni, la Chiesa de Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio, l’Oratorio di San Giorgio e l’Oratorio di San Michele. Ad affrescare le pareti di questi luoghi sono stati i principali artisti del XIV secolo: Giotto, Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona.
Tali affreschi realizzano un complesso di eccezionale valore universale, tanto da avere portato, il 24 luglio 2022, alla proclamazione di Padova quale Urbs Picta e il loro inserimento nel World Heritage List, la lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. La Polizia di Stato di Padova è quotidianamente impegnata nel tutelare questo patrimonio e nel garantire sicurezza ai numerosi studiosi e turisti che visitano la città. Singolare e sorprendente riscontro di questa tradizione è la presenza anche negli uffici della Questura di Padova del monumentale affresco delle dimensioni di 6,90 metri per 3,20 metri, realizzato dal Pendini.
Il trascorrere degli anni ha reso necessario eseguire un intervento di restauro, divenuto possibile grazie alla generosa disponibilità della società Aspieg Service srl, concessionaria Despar per il Triveneto, Emilia Romagna e Lombardia, il cui amministratore delegato Francesco Montalvo e il direttore regionale per il Veneto Giovanni Taliana hanno condiviso l’iniziativa finanziando i lavori eseguiti dalla restauratrice d’arte Monica Vial.
La collaborazione con la società Despar è stata fruttuosa anche per altri progetti che, sfruttando la fitta rete di distribuzione presente sul territorio degli esercizi commerciali, ha consentito di veicolari volantini informativi per la prevenzione della violenza di genere, il bullismo e le truffe in danno degli anziani.
LE IMMAGINI DELL'AFFRESCO:
La critica artistica dell'affresco da parte di Andrea Colasio
Nell'estate del 1966 le cronache cittadine riportavano la notizia della realizzazione da parte di Fulvio Pendini di un affresco negli uffici della Questura di Padova. Si tratta di un'opera di notevoli dimensioni: 6,90 metri per 3,20. La cifra stilistica dell'artista è chiara: si tratta di sceneggiature cittadine dove la dimensione fiabesca si intreccia con il chiaro riferimento alle grandi opere del Trecento padovano, in particolare alla visio di Padova dipinta da Giusto de' Menabuoi nella Cappella Luca Belludi presso la Basilica del Santo: Sant'Antonio appare a Luca e gli preannuncia la liberazione di Padova dal tiranno Ezzelino. Si tratta di un' opera tra le più interessanti fra le molte realizzate dall'artista padovano in vari luoghi pubblici della città: si pensi ai portici del Bo e alla galleria Santa Lucia. Nell'affresco della Questura Pendini sviluppa tuttavia una visione della città più articolata rispetto ad altre opere di poco precedenti: pur persistendo una chiara scelta aprospettica la spazialità urbana si allarga. I luoghi tipici e simbolici di Padova, ricorrenti nella sua opera, dalla Cappella degli Scrovegni alla Torlonga, dal Palazzo della Ragione al Battistero del Duomo, alla Basilica di S. Antonio sono raccontati con un respiro più ampio, con un'estensione della profondità. In un dialogo con altri grandi artisti del Trecento: in particolare con le città gotiche che Altichiero da Zevio sviluppa nella Cappella di San Giacomo al Santo e nell'Oratorio di San Giorgio. Tutti luoghi che oggi sono inseriti nella Urbs picta, riconosciuta nel luglio scorso patrimonio Unesco dell'Umanità.
Il legame tra Pendini e i cicli affrescati del Trecento era stato mediato, tra il 1939 e il 1942, dalla sua partecipazione al grande cantiere universitario voluto dal Rettore Anti, che aveva visto tra i principali protagonisti Gio Ponti, Campigli, Martini. Una stagione e un clima culturale entro cui Pendini si era formato, con la consapevolezza che la Urbs picta non si declinava solo negli spazi interni, ma si sviluppava nelle architetture esterne: con la sua opera riproponeva quella sorta di muralismo, caratterizzato da forti risvolti etici e simbolici. Oggi l'opera è stata riportata alla sua originaria bellezza grazie a un attento lavoro di restauro curato da Monica Vial. Emblematica nell'affresco, che campeggia nell'Ufficio del Questore di Padova, l'attenzione alle varie specialità delle forze di polizia, così come allora si articolavano, compreso il nuovo protagonismo delle figure femminili, da poco ammesse in polizia: le forze dell'ordine a simbolica difesa della città. L'opera di Pendini aveva conosciuto negli anni un progressivo degrado, non solo causato dal tempo, ma anche da interventi poco rispettosi. Tanto più tempestiva e meritoria la decisione del Questore, Antonio Sbordone, di procedere con il restauro dell'affresco: non solo un'attenzione al lavoro di Pendini, ma anche al suo significato più profondo, in stretta connessione con la Urbs picta e il prestigioso riconoscimento di Padova quale sito Unesco per i cicli affrescati del Trecento.