Zaia: “Un terzo dei ricoverati in Veneto è Covid. Pronto piano Fase 5 | +2782 positivi | Dati 2 dicembre 2020
Abbiamo meno positivi sui tamponi rispetto a marzo però gli ospedali sono pieni e i ricoveri non calano.
Consueto punto stampa da Marghera con i dati aggiornati del bollettino, il Governatore ha parlato anche del nuovo Dpcm.
Il bollettino
L’odierno bollettino prevede 2.819.945 tamponi e 14.671 molecolari, i test rapidi sono 1.026.735, in totale tra molecolari e rapidi sono 47.124. I positivi dall’inizio della crisi sono 150.909 dal 21 febbraio. I positivi a oggi sono 68.792 (+2782 positivi), i ricoverati totali sono 3.094 in area non critica, le terapie intensive sono 340 (+10), a questi aggiungiamo 6.979 ordinari, quindi non Covid, i morti 3.887 (+69), i dimessi 7.392 (+116). Osservando i dati, il presidente della Regione del Veneto ha spiegato:
“Dai dati emerge che 1/3 dei ricoverati in Veneto sono Covid. C’è qualche timido segnale. Ricordo che siamo la prima comunità internazionale che fa tamponi, la nostra strategia non è mai cambiata anzi è stata implementata. Il nostro contact tracing copre l’85% dei cittadini. Abbiamo meno positivi sui tamponi rispetto a marzo però ricordo che gli ospedali sono pieni e i ricoveri non calano. Le motivazioni sono che la curva da noi è in ritardo di 10 giorni rispetto alle altre infezioni e si comporterà di conseguenza. L’altro fatto è che se continuiamo ad agevolare gli assembramenti in ospedale arriveranno i cittadini. La proporzione dei contagi e terapie intensive prevede un dato che su 3mila contagiati, 10 persone vanno in terapia intensiva. E’ una pressione che non è bassa, è alta”.
Sul nuovo Dpmc
Il Governatore ha poi parlato dell’attesa del nuovo Dpcm e ha spiegato:
“Non abbiamo nessuna novità, leggiamo che ci dovrebbe essere dibattito interno al Governo per capire se aprire o non aprire maggiormente, se permettere il transito tra Regioni, per capire le evoluzioni. Ricordo che prima di tutto c’è la salute, se qualcuno deve fare un sacrificio però dev’essere ristorato. Ricordo che dal 4 dicembre 2020 decade anche l’ordinanza regionale. Il grande tema del nuovo Dpcm sono le aperture o chiusure dei ristoranti, le piste da sci/strutture e località sciistiche, il congiungimento dei parenti fuori Regione. Ci sono varie opzioni che si sentono: se chiudere tutto, lasciare gli impianti aperti solo per i residenti, un’altra opzione è chiudere tutti gli impianti e lasciare aperte le strutture ricettive. Non scordiamo il tema delle seconde case, c’è chi dice no alle seconde case quindi no al transito fuori comune durante le festività. C’è chi dice ‘l’infezione la posso gestire nella mia casa come nella seconda casa’. Il vero tema è che questo è un Dpcm centrale nella storia del Covid, dev’essere di prospettiva”.
Zona gialla, non è un alibi
Il Governatore ha poi puntualizzato sulla zona gialla spiegando:
“Non vorrei che le persone pensassero che la zona gialla è un alibi per dire ‘massì tanto c’è Zaia’, non vuol dire ‘liberi tutti’. Certo, il Dpcm prevede nella migliore delle ipotesi l’Italia di colore giallo ma ricordo che ci sono le restrizioni antiassembramento, il coprifuoco delle 22, le chiusure alle 18 per bar e ristoranti, la chiusura dei centri commerciali nel week end e tutto il resto. Non dimentichiamocelo”.
Pronto il piano della Fase 5
Luca Zaia si è sbilanciato parlando anche della futura presentazione del piano per la Fase 5:
“Presenteremo a breve il piano per la quinta fase che prevederà come affronteremo l’occupazione graduale dei letti, con che strutture, quali reparti verranno ‘aggrediti’, con quali spazi. Speriamo che resti solo un’esercitazione da scrivania, noi vogliamo essere pronti”.
Lockdown? Sarebbe un fallimento
Il Governatore ha poi parlato dell’eventualità di un lockdown:
“Per il Veneto i dati sono buoni ma se si dovesse arrivare al lockdown posso dire che si tratterebbe di un fallimento, dobbiamo stare attenti, questa partita va gestita con attenzione. Bisogna avere rispetto delle regole. Io non faccio parte di quelle persone che pensano che il ‘liberi tutti’ dell’estate abbia causato la seconda ondata del Covid, io ho fatto numerosi appelli a non fare assembramenti ma dire che il ‘liberi tutti estivo’ ha dato vita alla seconda fase no. Il virus c’è sempre stato ed è tornato a farsi vedere. Abbiamo avuto gli ultimi casi ai primi di giugno e il ritorno dei casi a fine settembre, primi ottobre. Il virus non dico che è influenzale ma si comporta come quello influenzale, sparisce col caldo con gli ultravioletti, scommettiamo che prima di aprile non se ne va? Questa sarà la storia, come accade per influenza”.
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