Stalking condominiale

Vicini di casa "da incubo" a Padova: era il terrore del condominio. E l'inquilina è finita dallo psicologo

L’apostrofava con offese riferite alle sue origini meridionale e bestemmie. Divieto di dimora per un 44enne padovano

Vicini di casa "da incubo" a Padova: era il terrore del condominio. E l'inquilina è finita dallo psicologo
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Divieto di dimora per 44enne padovano: ha perseguitato e terrorizzato una sua vicina di casa.

Vicini di casa "da incubo" a Padova: era il terrore del condominio. E l'inquilina è finita dallo psicologo

I poliziotti della Squadra Mobile – sezione “fasce deboli” - hanno dato esecuzione ad un'ordinanza cautelare di applicazione del divieto di avvicinamento e divieto di dimora nel comune di Padova, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di un 44enne padovano, residente in zona San Paolo, con precedenti violenti per resistenza, lesioni e maltrattamenti, indagato per atti persecutori, perché con reiterate condotte minacciose e moleste (grida, minacce, insulti, rumori molesti), ha perseguitato una sua vicina di casa, cagionandole un perdurante e grave stato di ansia e di paura.

La donna si è rivolta alla Polizia di Stato a fine luglio, riferendo che il suo vicino, sin dal suo trasferimento nel condominio (risalente a due anni prima), aveva provocato disturbo della quiete condominiale con urla, conversazioni telefoniche a voce altissima, continui rumori e utilizzo della tv a volume spropositato, ingaggiando per questo frequenti liti con gli altri condomini.

La situazione peggiora...

La situazione si è poi aggravata a partire dal gennaio dell’anno scorso, allorquando, intervenuti in difesa di una vicina, che aveva ripreso l’uomo per uno dei suoi comportamenti disturbanti, sia la vittima che il proprio compagno scatenavano nell’indagato una furibonda reazione. Quest’ultimo da subito si scagliava contro di loro con bestemmie, apostrofandoli con offese riferite alla loro origine meridionale, e rivolgendo loro provocazioni e minacce, anche di morte.

Il giugno successivo (ormai prossima a denunciare il tutto alla Polizia) la donna divenne bersaglio di più gravi condotte, di atteggiamenti minatori e molesti ancora più evidenti e insistenti, al punto da dover prendere delle precauzioni perché seriamente spaventata di possibili aggressioni fisiche, e ricorrere pure alle cure di uno psicologo. Oltre che ingiuriarla l’indagato ha cominciato ad accusarla di ordire complotti contro di lui per sfrattarlo, rivolgendole illazioni varie e (facendole trovare sulla porta un adesivo della Lega, come a voler rimarcare una sua supremazia sul territorio).

L'angoscia di trovarsi faccia a faccia con lui

Uno stato di cose che è andata peggiorando di giorno in giorno, provocando nella vittima una forte paura di restare sola in sua presenza. Quanto denunciato ai poliziotti è stato confortato da alcuni interventi effettuati dalle Forze dell'ordine e dalle testimonianze degli altri condomini, che oltre ad affermare in generale che nessuno di loro era in buoni rapporti con l’indagato e che la presenza di costui generava malessere a tutti (al punto che per paura delle sue sfuriate evitavano di sostare negli spazi comuni), hanno confermato pure le condotte persecutorie da lui poste in essere ai danni della parte offesa, spiegando come effettivamente la terrorizzasse, infastidendola ad ogni orario e rendendole la vita difficile (tanto che alcuni di loro avrebbero persino dato disponibilità alla stessa a recarsi presso i loro appartamenti in caso di difficoltà).

Alla luce della personalità dell’indagato, soggetto con una personalità antisociale, irascibile, aggressivo e non in grado di controllarsi (nemmeno a fronte del procedimento penale iniziato a suo carico; avendo anzi ampliato il suo rancore verso la persona offesa), nonché dei suoi precedenti violenti che ne testimoniano l'indole violenta, il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto di applicare in modo cumulativo la misura del divieto di dimora nel comune di Padova ed il divieto di avvicinamento alla persona offesa - mantenendo una distanza di almeno 500 metri - alla sua abitazione ed ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa e dai suoi prossimi congiunti per ragioni di lavoro e svago.

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