a Saonara

Tutto in famiglia: business della coca gestito da marito e moglie con turni di lavoro, armi e pure alberghi "scudo" per i pusher

L'indagine è partita nel mese di ottobre del 2022 con un primo arresto. Da lì in avanti si è scoperchiato un vero e proprio "vaso di Pandora"

Tutto in famiglia: business della coca gestito da marito e moglie con turni di lavoro, armi e pure alberghi "scudo" per i pusher
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Un 31enne marocchino insieme alla sua compagna sono stati arrestati per un giro di spaccio organizzato nella città di Saonara, in provincia di Padova, che coinvolgeva anche dei minorenni.

Rintracciato un bazar di droga organizzato da moglie e marito a Saonara

Un vero e proprio bazar della droga gestito da moglie e marito a Saonara, in provincia di Padova, è stato scoperto dai poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile dopo mesi di indagini e ricerche.

L'ordine di arresto è arrivata dal Tribunale di Padova, in particolare dalla Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari ed emessa su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 31enne di origini tunisine di Saonara e della sua compagna convivente, destinatari rispettivamente del divieto di dimora nella regione Veneto e dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I due, con la complicità del fratello dell’uomo, di 30 anni, di un altro loro connazionale 26enne di Limena e di altri giovani soggetti, alcuni dei quali anche minorenni, hanno detenuto nonché ceduto e venduto a Padova e provincia, tra febbraio e aprile 2023, diversi quantitativi di cocaina e hashish, traendo continui profitti dal traffico di droga.

Beccato il loro complice con oltre 600 grammi di cocaina

Le misure cautelari sono state richieste e concesse dopo una lunga e complessa indagine partita a seguito dell'arresto di un altro cittadino tunisino di 33 anni. Il fatto è avvenuto nell'ottobre del 2022, quando i poliziotti della Squadra Mobile hanno sorpreso il ragazzo con oltre 600 grammi di cocaina.

Un quantitativo davvero significativo, che ha spinto i Carabinieri a voler indagare più a fondo. Le successive attività di controllo hanno permesso, infatti, di accertare che il 33enne tunisino fosse solito frequentare un'abitazione di Saonara riconducibile alla coppia del famoso bazar della droga.

Ma le "coincidenze" non finiscono qui...

L'arresto del fratello del "boss" in un B&B di Piazzola sul Brenta

L’indagine, supportata anche da servizi di intercettazione, è proseguita fino a luglio 2023: data in cui è stato arrestato in flagranza anche il fratello dell’indagato principale (il 31enne tunisino).

Il consanguineo, di 30 anni, era già pregiudicato per furto, maltrattamenti in famiglia, e detenzione e spaccio di stupefacenti. Ma la sua fuga è cessata la sera del 24 luglio 2023 all’interno di un agriturismo e B&B di Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova.

Qui si trovava come ospite, nonostante su di lui ci fosse già un ordine di carcerazione e fosse stato già espulso una prima volta con accompagnamento alla frontiera con divieto di reingresso illegale.

Nascondeva droga e contanti sotto un cuscino 

Quella stanza d'hotel si era trasformata in un covo di droga: a seguito di una perquisizione sono stati trovati sotto un cuscino oltre un etto di cocaina, più di 900 euro in banconote di vario taglio nonché materiale per confezionare le dosi.

Ma c'è di più: con il 31enne c'era anche un ragazzo di 17 anni, suo complice e anche lui impiegato nell’attività di spaccio.

Il 30enne è stato, dunque, arrestato e condotto in carcere mentre il minore è stato indagato in stato di libertà. Anche il titolare della struttura fu stato sottoposto a giudizio mentre la struttura chiusa temporaneamente.

Il laboratorio chimico a Saonara

Tutti questi retroscena hanno permesso ai Carabinieri di accertare come tutti gli indagati (il 33enne tunisino e il fratello del "boss") portassero ad un unico giro di droga organizzato dal 31enne e da sua moglie.

Considerevoli quantitativi di cocaina, acquistate da un fornitore albanese, venivano lavorati all'interno di un garage di un'abitazione di Tombelle di Saonara: le dosi venivano qui confezionate e poi occultate in luoghi pubblici come argini o parchi. Di volta in volta, poi, venivano prelevate le quantità necessarie da cedere ai tanti pusher che spacciavano per conto loro. 

Acciuffato il 31enne, capo del giro di spaccio, in via Ca'Silvestri

A novembre 2023, subito dopo la chiusura delle indagini, gli investigatori hanno proceduto ad un primo arresto del 31enne, sorpreso a spacciare insieme ad uno dei suoi diversi complici, un altro giovane tunisino incensurato, da poco giunto in Italia. I due sono stati notati in via Ca’ Silvestri a bordo di una Renault Clio guidata dal 31enne.

Dopo aver parcheggiato l’auto, i due si erano avviati a piedi all’interno di alcuni terreni raggiungendo un luogo isolato dove avevano cominciato a dividersi il contenuto di un sacchetto. Il 31enne, in particolare, è stato osservato dai poliziotti consegnare un involucro al giovane connazionale, il quale subito dopo si era allontanato per alcuni metri per incontrarsi con un acquirente giunto per prendere delle dosi di cocaina.

Il giovane pusher è stato bloccato immediatamente: nascondeva altre 9 dosi e quasi 700 euro; il 31enne, invece, accortosi del controllo del connazionale, ha provato ad occultare all’interno di un manufatto in metallo ulteriori 10 dosi di cocaina, per poi nascondersi a sua volta in mezzo alla vegetazione.

Tentativo risultato vano, poiché i poliziotti sono comunque riusciti a stanarlo e ad ammanettarlo. Nell’abitacolo della sua auto c'erano anche una mazza da baseball e un coltello.

Ottenuto il nulla osta all’espulsione per entrambi, gli agenti avevano provveduto al loro accompagnamento presso il Centro per rimpatri di Trapani.

Il ruolo attivo della compagna: fungeva da autista per le vendite

Anche la donna ha assunto un ruolo attivo nel giro di droga: era lei a fungere da autista del proprio compagno, essendo privo di patente di guida, ma soprattutto ben al corrente di tutti i traffici e dei nascondigli dello stupefacente, compresa la propria abitazione da lei messa a disposizione per tagliare la droga.

Completamente asservita al compagno, lo affiancava nell’occultare le sostanze lungo gli argini dei fiumi e nei parchi. Per soddisfare meglio le richieste dei clienti, i due avevano anche stabilito una turnazione lavorativa per i loro pusher.

Quanto ricostruito dagli investigatori ha fatto, dunque, maturare nel Giudice per le indagini preliminari il convincimento di essere difronte ad uno spaccio organizzato, seppur rudimentale, proseguito nonostante gli arresti operati in passato dai poliziotti.

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