Padova

Tensione sui prezzi dei metalli: aumento del 37% a fine 2020

Boin: “Concreto rischio di maggiori per 2mila imprese artigiane padovane”.

Tensione sui prezzi dei metalli: aumento del 37% a fine 2020
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Da diverse settimane nel settore dei prodotti in metallo arrivano segnali di aumento dei prezzi delle materie prime, particolarmente dannoso per il sistema delle imprese nella recessione ancora in corso e, nei giorni scorsi, la categoria della Carpenteria meccanica di Confartigianato ha avviato un monitoraggio sul territorio del fenomeno.

Dinamica dei prezzi

L’accelerazione della dinamica dei prezzi è già intercettata dagli indici mensili delle commodities pubblicati del Fondo monetario internazionale. A dicembre 2020 l’indice delle materie prime dei metalli segna un aumento del 37,1% (era +24,7% a novembre); nel dettaglio il minerale di ferro segna un aumento del 68,2% (era 49,0% a novembre), il rame del +27,9% (+20,6% a novembre), lo zinco del +22,3% (+10,1% a novembre) e il nichel del +21,6% (+4,2% a novembre).

Una impennata dei prezzi sui mercati internazionali si riflette con un ‘ritardo statistico’ sui prezzi all’importazione e alla produzione per i quali – le ultime rilevazioni disponibili a novembre 2020 – non si registrano tensioni. Serve del tempo ad uno shock sui prezzi di acquisto delle materie prime per trasmettersi sui listini delle imprese, tanto più in una fase di diffusa debolezza della domanda. Federico Boin, Presidente del Sistema di categoria Officine meccaniche di Confartigianato Imprese Padova ha affermato:

La situazione a Padova e in Veneto non si discosta dalla situazione nazionale. I prezzi sono in costante aumento dalla ripresa lavorativa di settembre, per una variazione che va dal 5% dell’alluminio, fino ad arrivare al 30% dei prezzi dei materiali ferrosi e delle leghe che ne derivano. L’aumento non trova soddisfazione nell’aumento della produzione italiana e quindi in una prima lettura è difficile trovare una spiegazione soddisfacente”.

Non c'è una maggiore richiesta

Boin ha inoltre spiegato:

“Per quanto riguarda le barre in acciaio (fino a diametro 100) -prosegue Boin- il prezzo è aumentato del 20%, degli acciai legati (fino a diametro 80) è aumentato del 15%. Se come indicato, l’aumento dei prezzi, non corrisponde ad una maggiore richiesta da parte del mercato interno, per trovare una possibile spiegazione ci simo rivolti ai nostri fornitori che si giustificano indicando due motivi: dalla forte richiesta proveniente da paesi esteri; da un naturale effetto rimbalzo dovuto all’abbassamento dei prezzi avvenuto per tutto il 2020.  Se la richiesta da parte di Paesi esteri continuerà ad aumentare, andremo incontro a due ordini di problemi: il prezzo in generale, dovrebbe continuare a crescere per tutto il primo semestre del 2021, e questo sia per i materiali ferrosi e non ferrosi e per i semilavorati; crescerà la difficoltà di recupero della materia prima e questo potrebbe ulteriormente incidere per un ulteriore rincaro”.

E ha poi concluso spiegando:

“Preoccupa il combinato disposto di questo aumento di costi -per giunta immediati e non trattabili- con la situazione difficoltà che sta attraversando anche la filiera della meccanica artigiana. Una filiera che in provincia di Padova conta su circa 2mila imprese (oltre 7mila a livello regionale, 69mila a livello nazionale) che rischiano di dover subire un aumento di costi stimato dall’Ufficio studi di Confartigianato in +64 milioni di euro (3,22 miliardi in Italia). Uno shock sui costi delle materie prime delle MPI – Uno stress da costi in una fase di mercato debole rappresenta un mix velenoso per le imprese, che distrugge valore aggiunto e rallenta la ripresa. Gli effetti sui bilanci delle imprese di questo importante cluster del made in Italy sono rilevanti, considerando che gli acquisti di materie prime pesano per il 44,4% del fatturato.
I pesanti effetti della crisi Covid-19 sulle imprese dei metalli – Nei primi dieci mesi del 2020, il fatturato delle imprese della metallurgia e dei prodotti in metallo scende del 15,7%, di oltre due punti più accentuato della riduzione 13,4% rilevato nella media del manifatturiero. Per le micro e piccole imprese del settore – 69 mila imprese con 408 mila addetti – si stimano minori ricavi per 7,1 miliardi di euro nei primi dieci mesi del 2020”.

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