Telefona a un'89enne e tenta di rubarle 9mila euro, la figlia però smaschera il truffatore e lo fa arrestare
Ennesimo tentativo di truffa del finto incidente avvenuto in via Fratelli Bandiera lo scorso 9 gennaio 2025. Un sedicente incaricato del Tribunale è stato intercettato dagli agenti della Questura.
Sempre attiva la Polizia di Stato di Padova nel contrastare truffe ed estorsioni ad anziani, fenomeno che non accenna a diminuire e che consiste nel contattare telefonicamente persone sole tentando di rubare loro denaro e gioielli con la scusa che qualche loro parente, solitamente i figli, avrebbe causato incidenti con danni tali da potersi sanare solo con risarcimenti in contanti prima dello scattare della denuncia (in copertina: immagine di repertorio).
Un tale tentativo è stato registrato anche lo scorso giovedì 9 gennaio 2025, quando gli agenti della Squadra Mobile e delle Volanti della Questura di Padova, sono stati chiamati in via Fratelli Bandiera, dopo una segnalazione al 113, che denunciava il tentativo di truffa ai danni di un’anziana.
Sventata truffa del falso incidente, arrestato un 21enne
In questo caso, al telefono ha risposto la figlia che le fa compagnia durante il giorno, la quale, sentendo chiedere dei soldi con il pretesto, ha subito pensato trattarsi di un tentativo di estorcere denaro alla mamma 89enne.
Senza perdersi d'animo, la donna ha finto di essere la destinataria della telefonata, mentre un altro figlio ha chiamato il 113. Allo stesso tempo essa ha trattato coi malviventi concordandosi per un importo di 9.000 euro.
Di lì a poco si è presentato un 21enne, proveniente dalla provincia di Modena che si è qualificato come incaricato da parte del Tribunale, per il ritirare la cauzione. Nel mentre, con il giovane ancora sull'uscio di casa, sono arrivati anche i poliziotti alla vista dei quello ha provato a fuggire venendo però immediatamente bloccato.
In Questura, dove è stato accompagnato per le indagini di rito, il giovane è risultato incensurato ma è stato arrestato per il tentativo di estorsione e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il rito per direttissima in cui è stato prima convalidato l’arresto, e poi comminata una condanna a due anni di reclusione e 500 euro di multa.