Padova

Studi sulla melanina, Marta Giacomello ottiene un Grant da 500mila euro

In particolare, negli ultimi anni è emerso come una alterata interazione tra organelli in cellule del sistema nervoso centrale possa causare gravi patologie quali morbo di Alzheimer o Parkinson.

Studi sulla melanina, Marta Giacomello ottiene un Grant da 500mila euro
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La dottoressa Marta Giacomello del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova si è aggiudicata un Grant della Leo Foundation dell’importo di 4 milioni di corone danesi pari a 500.000 euro per lo studio dei processi cellulari alla base della produzione della melanina.

Studi sulla melanina

La ricerca, che ha per titolo “Switching on melanogenesis: characterization of a yet undiscovered player in melanin production”, verte su una molecola potenzialmente responsabile del colore della pelle. Marta Giacomello ha spiegato:

"I meccanismi che portano alla sintesi della melanina, complessivamente indicati con il termine melanogenesi, non sono ancora completamente noti. Un’alterata sintesi della melanina può ridurre la protezione della pelle dalla luce ultravioletta, causando severe condizioni patologiche. Obiettivo del progetto è caratterizzare il ruolo della proteina AIFM3: dati preliminari indicano che quest’ultima è in grado di modulare la sintesi di melanina influenzando l’interazione tra alcuni organelli intracellulari. Dalla sua scoperta ad oggi, la proteina AIFM3 è stata studiata pochissimo e nulla è noto relativamente al suo ruolo nella fisiologia della pelle: la realizzazione di questo progetto porterà quindi a nuove scoperte in questo ambito. I risultati, in particolare, forniranno informazioni chiave non solo a livello fisiologico, ma anche sulle condizioni patologiche quali albinismo e vitiligine".

Interazione tra diversi organelli

Da diversi anni Marta Giacomello e il suo gruppo di ricerca si sono dedicati allo studio dell’interazione tra diversi organelli all’interno della cellula. Giacomello ha spiegato:

"E' affascinante notare come la loro comunicazione sia in grado di modulare moltissimi processi fisiologici, con conseguenze a livello dell’intero organismo. In particolare, negli ultimi anni è emerso come una alterata interazione tra organelli in cellule del sistema nervoso centrale possa causare gravi patologie quali morbo di Alzheimer o Parkinson. Tuttavia - sottolinea Marta Giacomello - non molto si sa riguardo al loro ruolo in altri tessuti, come ad esempio la pelle. Alcuni esperimenti realizzati dalla dottoressa Ana Paula Rebelo Magalhaes, collaboratrice di ricerca nel mio laboratorio, ci hanno suggerito che l’interazione tra organelli, in cui AIFM3 sembrerebbe partecipare, può contribuire alla sintesi della melanina, la molecola che determina il colore della pelle. Grazie a questo finanziamento sarà possibile chiarire questo aspetto e anche scoprire per la prima volta il ruolo fisiopatologico di AIFM3".

Ricercatrice dell'università

Marta Giacomello ha conseguito la laurea in Biotecnologie Farmaceutiche all’Università di Padova nel 2003, il Dottorato di ricerca in Biotecnologie nel 2007 lavorando nel laboratorio della professoressa Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova. Infine, ha conseguito la laurea magistrale in Biologia Molecolare e Cellulare all’Università di Bologna nel 2011. Fin dall’inizio della sua carriera professionale Marta Giacomello ha lavorato con scienziati di fama internazionale, come ad esempio il Premio Nobel per la Chimica Roger Y Tsien (2005, Howard Hughes Medical Institute and Dept. of Pharmacology; University of California, San Diego USA), il professor Tullio Pozzan (Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova), il professor Ernesto Carafoli (Istituto Veneto di Medicina Molecolare), il professor Bruno Cozzi (Dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione dell’Università di Padova) e il professor Luca Scorrano (Dipartimento di Fisiologia cellulare e molecolare dell’Università di Ginevra).

Dal 2016 ad oggi è ricercatrice all’Università di Padova al Dipartimento di Biologia: qui coordina un gruppo di ricerca internazionale nello studio del ruolo fisiologico dell’interazione tra organelli intracellulari.

Supportati i migliori progetti

Gli “Open competition grant” della Leo Foundation supportano i migliori progetti di ricerca in ambito dermatologico in tutto il mondo. L’obiettivo comune di questi progetti è migliorare la comprensione dei meccanismi biologici, chimici, farmacologici alla base di patologie della pelle e della loro sintomatologia.

I progetti supportati dalla fondazione sono innovativi, internazionali e no profit. Sono difatti esclusi quelli che coinvolgono compagnie commerciali o trials clinici per lo studio di composti farmaceutici. La Leo Foundation ha quattro tipologie di Grant: LEO Foundation Awards assegnati negli ultimi 12 anni a solo due italiani; la Open competition che dal 2011 ha premiato quattro ricercatori italiani; Strategic Grants ed Education and awareness Grants, non ancora assegnati ad oggi a ricercatori del nostro paese.

La danese LEO Foundation è stata creata nel 1984 per fornire a LEO Pharma, di sua proprietà, delle basi solide e durature per il suo sviluppo futuro e divenire così un’azienda farmaceutica indipendente, internazionale, orientata alla ricerca scientifica e confermarne il ruolo di global leader nel campo della dermatologia. Suoi obiettivi sono la responsabilità nella ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci che portino significativi benefici per i pazienti di tutto il mondo. Oltre ciò la Fondazione eroga finanziamenti filantropici con l’obiettivo di supportare la migliore ricerca internazionale relativa a patologie della pelle.

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