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Striscioni nella notte a Padova: attivisti dello sport chiedono interventi per ripartire - Gallery

La volontà di sottoscrivere un appello con l’obiettivo di consegnarlo nel più breve tempo possibile alle istituzioni preposte.

Striscioni nella notte a Padova: attivisti dello sport chiedono interventi per ripartire - Gallery
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Si chiedono tamponi per tutti e luoghi dove praticare lo sport in sicurezza.

Gli striscioni in città

Nella tarda serata di ieri, martedì 10 novembre 2020 sono stati affissi degli striscioni in città, in particolare nei luoghi simbolo dello sport e della salute: stadio Euganeo, sede Coni, Plebiscito, stadio Colbacchini, Azienda Zero e non solo. Gli striscioni sono stati posizionati da parte di attivisti dello sport popolare cittadino e recano l'hashtag “sport è salute”, dove non si rivendica subito l'apertura e la riattivazione delle attività sportive, ma invece interventi urgenti e strutturali subito per permettere la ripartenza come per esempio tamponi per tutti, luoghi per poter praticare lo sport in sicurezza, finanziamenti a tutte le società dello sport di base e non solo.

Lo sport è salute

Dieci striscioni appesi nella notte in posti simbolici della città, come dieci sono i mesi dal primo caso di Covid in Italia. Polisportiva SanPrecario, ASD Quadrato Meticcio, Palestra Popolare Galeano e Palestra Popolare Chinatown spiegano:

“Un documento da diffondere e sottoscrivere, per la protezione e la tutela del mondo dello sport a partire da chi lo pratica. In mezzo alla tempesta, di nuovo, a distanza di appena tre mesi dalla fine del primo lockdown. Travolti da una seconda ondata mentre ancora occupavamo il tempo a dubitare della sua possibilità. Questa volta l’aria è più pesante. Le prospettive sono azzerate nel nostro settore, lo sport, così come in tanti altri comparti sociali e produttivi di questo paese. Il virus ha mostrato le falle di un sistema che ha impiegato gli ultimi vent’anni a destrutturare lo stato sociale: dal depotenziamento dei trasporti pubblici, ai contratti di lavoro senza tutele, fino ai tagli al sistema sanitario nazionale. In tal contesto si è realizzato il vergognoso, ma forse inevitabile fallimento dei sistemi di gestione e tracciamento, alla base della decantata possibile convivenza con il virus.
E così atlete e atleti, appassionate e appassionati sono stati costretti a smettere di praticare sport, con i costi in salute che ciò comporta”.

Scenario catastrofico

E ancora:

“Lavoratrici e lavoratori si sono fermati davanti alle palestre chiuse, magari con contratti precari mai rinnovati e dunque privi di sussidi. Le società hanno investito in sanificazione e hanno pagato le iscrizioni e gli affitti di sedi e impianti per essere poi private delle possibilità di far quadrare i conti ed essere costrette a fermare le attività educative e solidali al servizio dei quartieri. Lo scenario è catastrofico. Il rischio è un fallimento a catena. Abbiamo perso molto, ma ci rimane qualcosa. Ci rimane ad esempio il ritrovato valore di salute e cura, sia a livello individuale sia collettivo, a partire dai soggetti più esposti ai rischi che questa pandemia comporta. E’ per questo che riteniamo sbagliato rivendicare oggi, di fronte ad un’allerta sanitaria generalizzata, la riapertura del nostro settore”.

Le richiesta

I rappresentanti del mondo dello sport hanno deciso di rivolgersi alle atlete, agli atleti, alle ASD, alle SSD e agli enti di promozione per diffondere, sostenere e sottoscrivere un appello con l’obiettivo di consegnarlo nel più breve tempo possibile alle istituzioni preposte. E nello specifico all’assessore allo sport del comune di Padova, Diego Bonavina, al Presidente della Provincia di Padova, Fabio Bui, al Presidente del Coni Veneto, Gianfranco Bardelle e all’assessore allo sport regione Veneto, Cristiano Corazzari.

Che cosa chiedono:

  • Reddito
    Ossia denaro che vada a colmare le perdite causate dal secondo blocco delle attività. Denaro diretto ai lavoratori/trici, ma anche alle ASD e alle SSD, nella forma di rimborsi delle iscrizioni ai campionati, di azzeramento degli affitti degli impianti, di contributi a fondo perduto per i costi di circoli e sedi sportive. Denaro che vada cioè a tutelare lo sport inteso come attività economica, ma anche lo sport inteso come attività sociale finalizzata al benessere individuale e collettivo, alla crescita e all’inclusione.
  • Salute
    Ossia tutele sanitarie diffuse che dovranno accompagnare lavoratori/trici ed atleti/e nel periodo di sblocco delle attività attraverso sistemi di tamponi e test rapidi garantiti, un po’ come avviene oggi in serie A. La salute è un diritto universale da tutelare a prescindere dalla disponibilità economica. Mettere in discussione quest’assunto significa non aver capito nulla della crisi in corso.
  • Organizzazione
    Ossia un tavolo di confronto e coordinamento fra istituzioni, gestori degli impianti, federazioni e associazioni sportive, con l’obiettivo da un lato di avanzare ora ipotesi organizzative e infrastrutturali da applicare per la gestione sportiva in periodi a bassa intensità di contagio. Dall’altro di ripensare lo sport sotto la pandemia, riadattando gli spazi urbani per ospitare la pratica sportiva e l’attività atletica e motoria.

Per aderire è possibile inviare una mail con il proprio nome o quello della tua società all’indirizzo: emergenzasport@gmail.com

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