Staccate le macchine dopo l’incidente a Corfù: "Ciao Alessandro, un alito di vita che è sfumato"
Il Preside del suo liceo: "Non servono molte parole: le lacrime e gli abbracci si condividono meglio nel silenzio affettuoso"

Era stato trasferito all'ospedale di Padova in seguito alla caduta dal balcone a Corfù. Ma gli sforzi della Terapia intensiva non sono bastati: la mancanza di attività cerebrale, poi la decisione di staccare le macchine.
"Ciao Alessandro, un alito di vita che è sfumato"
Ecco il messaggio d'addio pubblicato nelle scorse ore sul sito del Liceo Tito Livio dal preside Luca Piccolo:
"Abbiamo sperato, abbiamo pregato, abbiamo atteso. Ma la vita di Alessandro era legata ad un filo, ad un alito di vita che è sfumato per ricongiungersi con la Vita di Dio, che ora lo abbraccia".
Il 17enne da venerdì 11 luglio era in condizioni gravissime per la caduta avvenuta mentre era in vacanza con dei compagni di classe a Corfù.
Di fatto, l'impatto con il suolo gli ha causato una trauma encefalico irreversibile.
Il dirigente scolastico ha poi espresso il suo dolore affermando:
"E ora noi - prima di tutto la sua famiglia, poi i suoi compagni di classe, i suoi amici, i suoi professori - siamo smarriti e cerchiamo quel respiro che ci permetta di proseguire il nostro cammino in questi giorni di grande fatica.
Ci siamo ritrovati a pregare domenica e lunedì - e lo faremo ancora - perché consapevoli che solo l’abbraccio di Dio poteva dare fiato al nostro dolore. E sono stati momenti molto forti e importanti, bellissimi, perché tutti - ragazzi e adulti - abbiamo rimesso al centro l’Essenziale, abbiamo messo Alessandro nella mani di Dio, chiedendogli aiuto, sapienza, coraggio… anche una risposta, addirittura un miracolo".
"Tempo delle lacrime e dell’abbraccio"
Il preside ha continuato il suo messaggio così:
"Come ha detto don Massimo lunedì sera, mentre pregavamo assieme per Alessandro, Dio non sempre esaudisce le nostre preghiere. Ma mantiene le sue promesse. Sempre. E ha mantenuto la promessa fatta ad Alessandro, anche se noi non siamo capaci di capirla, di coglierne il senso e il fine".
Infatti, lunedì sera, gli studenti del Liceo si sono organizzati per incontrarsi e pregare per le condizioni del giovane. Alla veglia, tenutasi nella chiesa di San Nicolò, ha partecipato anche Luca Piccolo.
"Ora, per noi, è il tempo delle lacrime e dell’abbraccio. È tempo di stare vicini, di non perdersi di vista, di comprendere il dolore proprio e dell’altro, che si esprime per tutti in modo personale e unico. È tempo di mantenere lo sguardo fisso al Cielo, per ricevere quello Spirito, che ha sollevato e portato con sé Alessandro, perché rimanga nella Vita definitiva. Non servono molte parole: le lacrime e gli abbracci si condividono meglio nel silenzio affettuoso".
La dirigenza scolastica ha voluto ricordare i momenti passati in sua compagnia scrivendo:
"Poi verrà il tempo del ricordo, che sarà anche e soprattutto tempo di gratitudine per la persona di Alessandro, per i giorni che abbiamo goduto assieme a lui, per la sua compagnia, per il suo essere perfettamente adolescente, con tutte le bellezze e le stravaganze di un diciassettenne. Questa gratitudine ci aiuterà a riacquistare il sorriso e ci insegnerà non a rammaricarci per quello che Alessandro non ha potuto fare e godere, ma a ringraziare per il bene che ha portato a tutti noi. Il pensiero del bene non crea tristezza, ma apre al sorriso e alla speranza".
Luca Piccolo ha voluto concludere sottolineando che Alessandro non sarà dimenticato.
"E quindi arriverà - in modo naturale - il tempo dell’impegno e della responsabilità, il tempo della riflessione e della saggezza, per arrivare al «succo della storia», per arrivare a capire il senso della vita così breve di Alessandro, farlo nostro e renderlo fecondo: sarà questo il modo concreto per non dimenticare il nostro alunno, il nostro amico, il nostro compagno di classe, nostro figlio e continuare il tempo della vita che ci è data in dono".
La tragica vacanza
Il povero Alessandro era in vacanza con otto suo compagni di classe e per festeggiare la fine della scuola avevano deciso di trascorrerla a Corfù. Tuttavia, quei giorni che dovevano essere solo di spensieratezza si sono trasformati in una tragedia. Infatti, una notte, mentre era fuori sul balcone, è caduto.
Le indagini sono ancora in corso, ma, molto probabilmente, è stato un errore di distrazione. Infatti, il giovane non aveva assunto né alcol né droghe. Non si sa con certezza come fosse posizionato, se fosse seduto sul cornicione o se stesse parlando con altri ragazzi al piano di sopra.