Spiava la figlia e le impediva di vivere all'occidentale, per il padre violento scatta il braccialetto elettronico
La neomaggiorenne di origini marocchine doveva rispettare regole rigide su quali amici frequentare e su come vestirsi. Ha provato ad allontanarsi dalla famiglia, ma senza successo e perciò ha denunciato i genitori in Questura: ora si trova in una struttura protetta

Nella giornata di martedì 10 giugno 2025, un cittadino marocchino di 50 anni è stato arrestato e dotato di braccialetto elettronico dopo che la figlia, 18enne nata a Padova, lo aveva denunciato pochi giorni prima (in copertina: immagine di repertorio)
La denuncia in Questura
La ragazza, da poco maggiorenne, era stanca degli abusi dei genitori in quanto, per ogni minima cosa, veniva malmenata ed era vittima di minacce costanti. Di fatto, la coppia non le permetteva di vivere in modo "occidentale": la vita della giovane girava attorno alla scuola e alla famiglia, senza aver possibilità di scelta.
Questa situazione è andata avanti fino alla giornata di giovedì 5 giugno quando, ormai al limite, la neomaggiorenne si è recata in Questura per sporgere denuncia contro i genitori. Infatti, la ragazza ha riferito alle Autorità di tutte le violenze fisiche e psicologiche che era stata costretta a subire.
Grazie alle forze dell'ordine è scattato il cosiddetto "codice rosso", che prevede delle misure di protezione e tutela delle vittime, inserendo la ragazza in una struttura protetta visto che non poteva tornare a casa.
Nello specifico, la giovane ha spiegato agli Agenti come i genitori non le permettessero di frequentare altre persone oltre ai parenti. Inoltre, era costretta a osservare delle regole molto rigide sull'abbigliamento e sul suo comportamento in casa.
Di fatto, se anche lasciava un piccolo oggetto fuori posto o si incontrava con un'amica fuori dall'orario scolastico, i genitori reagivano in modo violento, sia verbalmente che fisicamente. Per queste ragioni, una volta divenuta maggiorenne, ha provato più volte ad allontanarsi dalla famiglia, ma senza alcun successo.
Le violenze contro la ragazza e gli amici
Il culmine è stato raggiunto dal padre quando, martedì 10 giugno, è riuscito a rintracciarla mentre era con due suoi amici, anche loro da poco maggiorenni. Il genitore, alla vista della ragazza, l'ha avvicinata e le ha stretto il braccio, intimandole di andare a casa con lui.
I due giovani, vedendo la scena, hanno provato a impedirglielo, ma lui ha reagito spintonandoli per allontanarli e minacciandoli di morte se avessero provato ad avvicinarsi finché la coppia di amici ha deciso di chiamare la Polizia. Tuttavia, mentre erano al telefono, il padre è riuscito a farla salire in auto e a portarla via.
Gli Agenti, ancora al telefono con gli amici della giovane che davano indicazioni, sono intervenuti con pattuglie della squadra mobile e della Digos. Inoltre, hanno anche avvisato la Polizia ferroviaria e di frontiera, per evitare che la ragazza abbandonasse il territorio padovano.
Dopo un paio d'ore di ricerca, le forze dell'ordine sono riusciti a trovare la neomaggiorenne a casa dei genitori. Di fatto, il padre l'aveva minacciata di portarla in Marocco se non fosse rimasta in casa, vietandole di uscire con gli amici.
Il braccialetto elettronico
Nell'auto con cui era andato a prendere la figlia, il genitore aveva un piccolo cannocchiale, che usava per osservare i movimenti della giovane, e dei piccoli coltelli che successivamente sono stati sottoposti a sequestro penale.
Il 50enne, già denunciato assieme alla madre per i maltrattamenti in famiglia, è stato così arrestato e accompagnato al carcere Due Palazzi. La convalida dell'arresto è arrivata venerdì 13 giugno dal Giudice per le Indagini Preliminari, che ha disposto il divieto di avvicinamento alla figlia, anche mediante l'utilizzo del braccialetto elettronico.
La 18enne, per evitare ulteriori episodi di violenza, è stata inserita in una struttura protetta.