Sindacati contro dirigenza della Antonio Carraro per aumenti dei costi ai lavoratori
Chiesto il recupero della retribuzione persa dal 2017 ad oggi, l’istituzione del premio di risultato per tutti i dipendenti, che fu revocato unilateralmente nel 2017 e il taglio dei costi della mensa per i dipendenti.
Non è andata giù ai sindacati Fim e Fiom la decisione dei vertici dell'Antonio Carraro, azienda di Campodarsego che produce trattori multifunzionali per l'agricoltura da oltre un secolo, di aumentare il costo della mensa per i lavoratori. Per questo era stato indetto anche uno sciopero per domani, lunedì 13 febbraio, condito dalla richiesta del recupero della retribuzione persa dal 2017 ad oggi e all’istituzione del premio di risultato per tutti i
dipendenti, che fu revocato unilateralmente nel 2017.
"Si mira a togliere soldi in busta paga"
«Le chiacchiere stanno a zero!» è stata la replica della segretaria Anna Zanoni della Fiom di Padova e del segretario generale della Fim di Padova e di Rovigo Luca Gazzabin dopo la lettura delle dichiarazioni rilasciate da Liliana Carraro «È da quasi un anno che l’azienda si dichiara disponibile a trattare, ma, dopo qualche sciopero promosso dai lavoratori, hanno invece tirato fuori le loro reali intenzioni! Le loro proposte mirano a togliere soldi in busta paga ai lavoratori, sia con la loro proposta caratteristica di “welfare”, sia con l’aumento del costo della mensa. Il welfare per la direzione dell’Antonio Carraro, forse ispirata al periodo carnevalesco, si manifesta in una veste del tutto insolita e stravagante, in cui il premio per i lavoratori assunti dopo il 2017 deve essere pagato dai lavoratori assunti prima del 2017, attraverso il risparmio che ottiene l’azienda recuperando parte della retribuzione dei lavoratori assunti prima del 2017».
"Lavoratori giovani non hanno prospettive all'intero dell'Antonio Carraro"
«In questo modo - continua Anna Zanoni - l’azienda non tira fuori un centesimo, anzi ci guadagna, visto che 14.536.240 euro l’anno di puro guadagno netto per l'Azienda grazie ai soli lavoratori pare non essere ancora sufficiente per corrispondere alla loro “capitale umano” come lo ha chiamato Liliana Carraro quello che chiedono e che a loro spetta a fronte di tanto impegno. Impegno che consente alla Antonio Carraro di sfornare 22 trattori finiti al giorno, oltre a tutto il resto. Con le proposte dell’azienda i lavoratori più giovani che ormai sono quasi il 50% non hanno prospettive all’interno della Antonio Carraro. Oggi abbiamo quindi letto con stupore le dichiarazioni di Liliana Carraro e della nuova disponibilità ad “accontentare i loro dipendenti” e che faranno “ciò che vogliono i loro dipendenti”. Bene, aspettiamo formale convocazione che renda esplicite queste disponibilità e che si apra un vero tavolo di trattativa, altrimenti i lavoratori non si fermeranno qui!»