"Prevaricatore"

Seduceva donne anziane per appropriarsi dei loro soldi: poi spendeva tutto in gioco d'azzardo

Le conseguenze per due delle sue vittime sono drammatiche: una ha iniziato ad assumere ansiolitici, l'altra ha lasciato la propria abitazione...

Seduceva donne anziane per appropriarsi dei loro soldi: poi spendeva tutto in gioco d'azzardo
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A seguito di un’attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Padova a seguito delle denunce-querele di due donne, gli agenti della Squadra Mobile della Questura hanno dato esecuzione ad un'ordinanza che dispone la misura degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti di ALKHALIL ALAHMAD Ibrahim, 39enne siriano, residente a Padova, gravemente indiziato di aver approfittato della vulnerabilità emotiva di due vittime (l’una ultrasessantenne e l’altra ultrasettantenne) e di aver consumato in loro danno condotte di estorsione continuata, furto, atti persecutori e violazione di domicilio, il tutto allo scopo di ottenere denaro da utilizzare anche per l'attività di gioco e scommesse.

Seduceva donne anziane per appropriarsi dei loro soldi: poi spendeva tutto in gioco d'azzardo

Con condotte rivelatesi “seriali” (nel frattempo è stata individuata un’altra possibile vittima), l’uomo, dopo aver allacciato una relazione sentimentale con le vittime prescelte (approfittando della solitudine delle stesse), otteneva la loro fiducia ed importanti dazioni di denaro con la promessa di restituzione (il totale delle somme carpite nel tempo supera persino i 500mila euro), talvolta anche dietro la minaccia di suicidarsi o di doversi necessariamente rivolgere ad altre donne.

Quando anche dopo tali pressioni non riusciva ad ottenere il denaro (trattandosi di vittime ridotte a disporre del solo stipendio o della sola pensione mensile, avendo a causa sua esaurito tutti i propri risparmi), minacciava di sottrare loro tutto, sfruttando asserite abilità di hacker oppure di danneggiarne l'auto o ancora di diffamarne ex coniugi e figli, fino a costringerle persino a rivolgersi ad amici e parenti per ottenere prestiti di denaro e così appagarne le pressanti richieste.

Le analisi operata dalla Polizia dei conti correnti delle vittime hanno infatti evidenziato bonifici in loro favore e prelievi effettuati qualche giorno dopo (allorché consegnavano le somme all’indagato) per importi corrispondenti; come pure l’utilizzo delle loro tessere bancomat in siti internet di società di gioco online o presso sale giochi che non è risultato abbiano mai visitato o frequentato.

L’indagine ha consentito di appurare anche un furto consumato da parte dello stesso uomo ai danni della prima delle sue vittime, cui aveva sottratto un anello con brillanti, incaricando poi l’altra sua vittima (all’oscuro della provenienza dell’anello) di consegnarlo in pegno presso un compro-oro. L’anello è stato di seguito recuperato e sequestrato dagli agenti della Squadra Mobile.

Una volta interrotta la relazione sentimentale ed allontanatesi con difficoltà da lui, le due donne sono state poi oggetto di sistematiche molestie, mediante molteplici telefonate e messaggi, frequenti scoppi d'ira, danneggiamenti, improvvise incursioni all’interno delle loro abitazioni – al punto da essere indotte l’una ad assumere ansiolitici e l’altra ad allontanarsi dalla propria abitazione ed a non utilizzare più il proprio telefono.

Il settembre dell’anno scorso l'indagato, su istanza della seconda delle vittime, era stato destinatario di un ammonimento del Questore, ma ha continuato nonostante ciò a presentarsi a casa della donna in coincidenza con la data di accredito dello stipendio, pretendendo che glielo versasse interamente, minacciandola che altrimenti le avrebbe "hackerato" il conto, che le avrebbe tolto tutto costringendola anche a vendere la casa in cui viveva. Ciò si è ripetuto fino alle settimane scorse, allorché l’uomo ha preteso nuovamente dalla donna, dietro le solite minacce e l’assurda promessa di restituirle una parte del maltolto, di essere ospitato presso la sua abitazione, cosa che è di fatto avvenuta.

Sottoposto agli arresti domiciliari, l’uomo è adesso impossibilitato fisicamente ad avvicinare nuovamente le due parti offese, come pure altre potenziali vittime.

Preme rappresentare che il quadro probatorio su cui si fonda l’ordinanza, pur consentendo allo stato di affermare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, è suscettibile di approfondimento e di possibile, futura rivalutazione, sulla base anche dell’esercizio del diritto di difesa del soggetto.

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