In via Mameli

"Sbirri petasse", ancora un caso di scritte contro la Polizia a Padova

E' il secondo caso in poco più di due mesi dopo la minaccia "L'unico sbirro buono è lo sbirro morto" comparsa sui muri davanti alla Questura lo scorso 24 novembre 2024

"Sbirri petasse", ancora un caso di scritte contro la Polizia a Padova
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Lo scorso 24 novembre 2024, sui muri davanti alla Questura di Padova, è comparsa la scritta "L'unico sbirro buono è lo sbirro morto", frase che nelle settimane successive aveva portato alla perquisizione delle case di tre giovani attiviste del collettivo Squeert, ritenute responsabili dell'accaduto.

A quasi due mesi di distanza, però, un altro insulto contro le Forze di Polizia è stato scritto sempre nella città del Santo: in via Mameli, zona Stazione, infatti, è comparsa la scritta "Sbirri petasse", termine francese che significa "meretrice" o "insetto assassino". Anche in questa circostanza la Digos sta indagando per il reato di vilipendio delle Istituzioni.

"Sbirri petasse", indaga la Digos sulla frase contro la Polizia

Nella serata di sabato scorso, 18 gennaio 2025, una pattuglia della Questura di Padova, in zona Stazione, verso le 21,30, è intervenuta in via Mameli, laterale di via Tommaseo, dove è stata riportata su una vetrata, con vernice spray di colore nero, la scritta offensiva e denigratoria contro i poliziotti etichettati “Sbirri petasse”, con chiaro riferimento dispregiativo al significato della parola, che significa “meretrice” o “insetto assassino” da petax.

Scritta contro le Forze di Polizia

La segnalazione alla Sala Operativa della Questura è arrivata attraverso l’applicativo “YouPol” grazie ad una cittadina che, avendo notata la scritta denigratoria contro la Polizia, ha prontamente allertato la Sala Operativa della Questura.

Sul posto, oltre agli equipaggi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, sono intervenuti anche gli agenti della Digos e della Polizia Scientifica che hanno avviato agli accertamenti ed approfondimenti investigativi acquisendo le immagini dai sistemi di video sorveglianza afferenti alla zona di via Tommaseo ed all’area della Stazione Ferroviaria.

La Digos ha inviato alla Procura della Repubblica di Padova un’informativa di reato per Vilipendio delle Istituzioni.

"L'unico sbirro buono è lo sbirro morto"

Come anticipato in apertura, quello del 18 gennaio è l’ennesimo grave episodio di odio contro le autorità, dopo le scritte comparse nella serata di domenica 24 novembre. Sul muro di uno stabile di fronte alla Questura, sono state riportate le frasi “Uno sbirro buono è uno sbirro morto”, accompagnata dal simbolo della saetta cerchiata, e "Mi proteggono le mie sorelle, non la polizia! 1312", dove il numero rappresenta l'acronimo ACAB (All Cops Are Bastards).

La frase davanti ai muri della Questura

Fin da subito la Digos ha indagato sull'origine di quella frase denigratoria, arrivando dopo pochi giorni a perquisire le case di tre attiviste del collettivo antagonista trans-femminista "Squeert", legato al centro sociale Pedro, ritenute responsabili dell'atto di vandalismo.

Grazie all’analisi dei filmati di videosorveglianza pubblici e privati, affiancata da attività tecniche e servizi di osservazione, la polizia ha identificato le tre militanti come presunte autrici delle scritte. Le giovani, poco più che ventenni e due delle quali studentesse universitarie, sono ora indagate per i reati di danneggiamento aggravato e vilipendio contro le Forze dell'Ordine.

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