Processo Taurus: prime condanne a 24 imputati, confermate confische per oltre 3 milioni
A Padova era attesa la sentenza per il clan Bolognino: 77 anni di carcere ai sette imputati.
Sono state confermate le confische per un ammontare di oltre 3 milioni di euro e arrivano le prime condanne a 24 imputati.
Processo Taurus
L'Operazione Taurus era iniziata nelle prime ore della mattinata di mercoledì 15 luglio 2020. Quel giorno il R.O.S., con il supporto dell’Arma territoriale in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Calabria, ha eseguito un’O.C.C., emessa dal G.I.P. del Tribunale di Venezia su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di 33 indagati per associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, rapina, usura, ricettazione, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, furto aggravato, favoreggiamento, violazione delle leggi sulle armi, con le aggravanti mafiose previste dall’articolo 416 bis-1 C.P..
Le indagini hanno poi fatto emergere la presenza d ben 84 imputati che sono residenti tra Villafranca e diverse zone della provincia di Verona, con un totale di 129 capi d'imputazione di vario titolo.
Prime condanne
All’esito dell’udienza preliminare del maxi processo “Taurus” arrivano le prime condanne. A Venezia sono stati condannati 24 imputati che aveva scelto il rito abbreviato. Si procede con il rinvio a giudizio per 53 imputati che hanno preferito procedere con il procedimento ordinario. Per loro la prima udienza sarà a Verona l’8 novembre 2021. Sono state inoltre confermate le confische per oltre 3 milioni di euro. A Padova era invece attesa la sentenza per il clan Bolognino, erano stati chiesti 65 anni complessivi nei confronti di 7 imputati.
E invece, dopo un anno di udienze, la seconda sentenza contro il clan Bolognino ha portato a ben 77 anni di carcere a sette imputati. Decapitata dunque l'estesa ramificazione di criminalità organizzata calabrese che si era estesa nelle province di Padova, Vicenza e Venezia dal 2010 al 2015.
Risarcimento per la Regione
L’avvocato Fabio Pinelli del Foro di Padova, patrocinante della Regione del Veneto nel maxi processo “Taurus”, ha comunicato che la Regione Veneto ha diritto di essere risarcita in caso di delitti di stampo mafioso commessi nel proprio territorio. Pinelli ha spiegato:
"All’esito dell’udienza preliminare del maxi processo c.d. 'Taurus' - relativo alle infiltrazioni mafiose nella provincia di Verona – il giudice, Luca Marini, ha infatti confermato il principio di diritto secondo cui in caso di reati di matrice mafiosa è l’intera collettività locale a subirne le gravissime conseguenze, pregiudicando anche l’immagine dell’Ente, in questo caso la Regione Veneto, costantemente impegnata nel contrasto alla criminalità organizzata".
La vice capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani commentando la sentenza del Gup di Verona al termine del rito abbreviato per 24 imputati nel processo Taurus sulle infiltrazioni mafiose in provincia di Verona, condannati a pagare alla Regione 500mila euro per danno di immagine ha affermato:
“Il processo Taurus segna uno spartiacque perché per la prima volta è stato riconosciuto il danno di immagine alla Regione del Veneto. È un precedente importante e incoraggiante: è giusto costituirsi sempre parte civile nei procedimenti contro la criminalità organizzata; un atto doveroso nei confronti dei veneti, che trova conferma in una decisione della magistratura”.
Camani insieme al collega Andrea Zanoni, presidente della commissione Legalità ha affermato:
"Questa inchiesta ha ribadito quanto sia ormai radicata la criminalità organizzata in Veneto e non da ieri, visto che qua parliamo di infiltrazioni decennali. I numeri del processo Taurus sono importanti sia per il numero di persone coinvolte sia per le pene, con 24 condannati e 6 patteggiamenti per oltre 107 anni di carcere. Una sentenza che conferma, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza di tenere alta la guardia: la crisi economica e di liquidità da un lato e l’arrivo di risorse dell’Unione Europea dall’altro, rappresentano un’occasione ghiotta per le mafie per arricchirsi ulteriormente. Ma l’impegno di forze dell’ordine e magistratura non basta: anche la politica deve fare la propria parte con maggior convinzione”.