TRIBUNALE

Processo tamponi rapidi in Veneto, enigma Crisanti: testimone chiave o consulente occulto?

I fatti risalgono alla seconda ondata Covid: sotto i riflettori Rigoli e Simionato, accusati dell'acquisto di 500mila test senza una prima verifica dell'efficacia

Processo tamponi rapidi in Veneto, enigma Crisanti: testimone chiave o consulente occulto?
Pubblicato:

Prosegue il processo sui tamponi rapidi in Veneto: a Padova il giudice ha rigettato la richiesta degli avvocati dei due imputati Roberto Rigoli, ex direttore delle microbiologie del Veneto, e l'ex dg di Azienda Zero Patrizia Simionato, rispettivamente accusati dell'acquisto di quasi 500mila tamponi nel 2020 senza verifica dell'efficacia e la relativa autorizzazione della spesa.

Prosegue il processo sui tamponi rapidi in Veneto

A Padova il processo sulla gestione dei cosiddetti tamponi rapidi, sperimentati tra la prima e la seconda ondata di Covid nel 2020, rischiava di ripartire daccapo con il ritorno all’udienza preliminare.

Così però non è stato: il giudice ha infatti deciso di rigettare le richieste delle difese. Dunque, i due imputati compariranno in aula.

Stiamo parlando di Roberto Rigoli, l’ex direttore delle Microbiologie del Veneto, e Patrizia Simionato, allora direttore generale di Azienda Zero, macchina che gestisce la sanità regionale.

Roberto Rigoli

Patrizia Simionato

La vicenda che li vede coinvolti è l’acquisto di quasi 500mila tamponi nel 2020. Per l’accusa, Rigoli li avrebbe usati senza verificarne l’efficacia e Simionato avrebbe comunque autorizzato la spesa.

Una versione contestata dai difensori: i test erano in commercio ed erano certificati Ce, dunque non era necessario uno studio. Si tratta di accuse troppo generiche, spiegano gli avvocati di Rigoli e Simionato, contestazioni che non combaciano.

Ma per il giudice non è affatto così: al contrario, ha corretto personalmente gli errori nel decreto, sulla base di una sentenza di Cassazione, e riaperto il dibattimento. E così, il prossimo 20 giugno 2024 si inizieranno a deporre i primi testi.

L'esposto dell'allora direttore della Microbiologia di Padova Crisanti

L’indagine sui tamponi rapidi era partita da un esposto fatto dal professor Andrea Crisanti, allora direttore della Microbiologia di Padova e oggi senatore Pd, che contestava l’attendibilità dei test.

Andrea Crisanti, Senatore PD

Tutto ciò sulla base di un approfondimento che aveva condotto successivamente all’avvio dell’utilizzo dei tamponi antigenici da parte della Regione Veneto per lo screening covid.

La figura di Crisanti è sempre stata controversa per gli avvocati di difesa dei due imputati: il pm ha scritto il suo nome della lista dei testimoni, ma per i difensori il senatore gioca soltanto la parte di un consulente dell'accusa, senza mai essere stato nominato.

In merito al suo ruolo nella vicenda giudiziaria, il giudice deciderà in una prossima udienza. 

Seguici sui nostri canali