Nella giornata di domenica 28 settembre 2025, per Padova ha sfilato il primo corteo filo-israeliano dal ghetto ebraico alla Basilica di Sant’Antonio, a meno di una settimana di distanza dalla protesta pro-Palestina che ha coinvolto oltre 20mila cittadini.
Il primo corteo filo-israeliano
La manifestazione è stata organizzata dal movimento Marcia della Vita, nato in Germania nel 2007 contro l’antisemitismo e l’odio antiebraico, e ha coinvolto diversi esponenti da Germania, Inghilterra e Svizzera, oltre al rappresentante della comunità ebraica padovana, Gianni Parenzo.
Il corteo è stato annunciato all’ultimo momento per evitare delle possibili tensioni, soprattutto con i manifestanti pro-Palestina. Infatti, durante la marcia, si potevano vedere molte bandiere israeliane e le foto degli ostaggi catturati da Hamas.
Per la loro sicurezza, i dimostranti sono stati accompagnati dalla Polizia e dai Carabinieri, oltre alla presenza di alcuni militari lungo le strade del centro.
Come ha successivamente pubblicato su Facebook Maurizio Ebano, l’incontro era previsto davanti al Museo della Padova Ebraica, dove hanno parlato: il Presidente della Comunità Ebraica di Padova, Avv. David Parenzo, il Capo Rabbino, A. Locci, oltre a nipoti e figli di soldati del Terzo Reich.
La comunità ebraica
Durante la marcia, durata poco più di un’ora, i manifestanti sono stati insultati da alcuni passanti increduli che, fino a qualche giorno prima, avevano assistito alle proteste pro-Palestina. In particolare, alcuni cittadini hanno contestato la loro narrativa sul genocidio palestinese e li hanno accusati di contribuire alla diffusione di immagini false sulle vittime di Gaza.
Inoltre, sul sito dell’UCEI, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha programmato, per il 12 ottobre, un convegno a Roma che, come si può leggere dal loro sito:
“Ha, anzitutto, l’obiettivo di riflettere, confrontarsi e contrastare uno schema ormai diffuso nel quale si giustifica il terrorismo e si attribuisce ogni male alla sola parte democratica della regione mediorientale. Si tratta di uno sforzo culturale e intellettuale che intendiamo affrontare insieme a massimi esperti italiani e stranieri per riportare i fatti al centro del confronto e comprendere come potrà essere il futuro assetto del Medioriente”.