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Piano di Sanità Pubblica in 5 fasi, Zaia: “Dobbiamo evitare la paralisi degli ospedali”

In base alle terapie intensive e al numero dei ricoverati si sa in che fase siamo e cosa accadrà.

Piano di Sanità Pubblica in 5 fasi, Zaia: “Dobbiamo evitare la paralisi degli ospedali”
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Presentato il nuovo piano.

Il bollettino

Il Governatore Luca Zaia ha presentato nella giornata di oggi, martedì 20 ottobre 2020, il nuovo Piano della Sanità Pubblica. La conferenza stampa è iniziata con il consueto bollettino che vede 36.843 positivi da inizio crisi, (+490), 10.256 sono positivi a oggi, in isolamento ci sono 13.185 (+124), i ricoverati sono 537 non in area critica (+51) mentre le terapie intensive hanno 61 (+9) pazienti, i dimessi sono 4.387. A tal proposito il presidente della Regione del Veneto ha affermato:

“Vedendo un dibattito che va fuori dai binari ho pensato di presentare il piano, abbiamo la volontà di dire che se si stabiliscono i parametri relativi alle terapie intensive e ricoveri possiamo dire ai cittadini che ci sono delle fasi e in base alle fasi sappiamo che cosa si andrà a fare. Sui dati ricordo che i sintomatici a domicilio sono 376 su 9746 quindi a domicilio abbiamo il 3,8% di sintomatici vuol dire che il 96% dei positivi non hanno sintomi”.

Cinque fasi con colori diversi

Il Governatore ha parlato quindi del nuovo Piano Sanità:

“Non siamo catastrofisti, ogni giorno ha la sua pena, noi che ci lavoriamo dentro sappiamo che ogni giorno ha le sue difficoltà. Abbiamo l’obbligo di essere obiettivi e di guardare i dati, io parlo dei dati. Cerchiamo di fare un lavoro di squadra con i cittadini, ho voluto il piano di sanità pubblica che è stato firmato questa mattina dal dottor Mantoan. Esso è formato da un semaforo che ha 5 colori, verde, giallo, rosso, azzurro e arancione. In base alle terapie intensive e al numero dei ricoverati si sa in che fase siamo e cosa accadrà”.

Aumentati i posti letto

Il piano di sanità pubblica del 13 marzo 2020, vedeva al 13 marzo 2020, 111 malati in terapia intensiva e la Regione aveva aperto gli ospedali Covid, riattivando 740 posti letto negli ospedali “dimenticati”. Zaia ha spiegato:

“I tecnici hanno redatto un nuovo piano di sanità pubblica, è un documento ufficiale che depositeremo e sarà un libro mastro di tutta la sanità del Veneto e che ogni provincia dovrà adottare in base ai propri dati. Abbiamo capito dalla gestione che mediamente 200 posti letto servono alla terapia intensiva no Covid. Ci saranno 1000 posti nelle terapie intensive, ne avevamo 494 le abbiamo portate a suo tempo a 825 nel giro di poche giornate e siamo riusciti a mantenere 200 posti no Covid. Ricordo che abbiamo sempre fatto i trapianti in Veneto”.

Tre aree in allerta

Il Governatore, guardando i dati, ha spiegato che:

“Ci sono tre aree di allerta: il veronese e Padova perché hanno l’azienda ospedaliera e quindi diventano di riferimento ma la vera provincia in sofferenza è il Comelico/Cadore dove in particolare abbiamo l’infezione. Se ci fosse da dire una provincia in sofferenza a oggi è Belluno che è in una fase 2 del piano sanità più avanzata rispetto alle altre province. La situazione è sotto controllo però”.

La struttura del nuovo piano

Il nuovo piano di sanità pubblica è diviso in cinque fasi e cinque colori:

  • Fase 1 verde: da 0 a 50 posti in terapia intensiva
  • Fase 2 azzurra: da 51 posti a 150 posti in terapia intensiva (attivazione posti letto aggiuntivi)
  • Fase 3 gialla: da 151 a 250 posti in terapia intensiva (attivazione covid hospital, riduzione attività ordinaria)
  • Fase 4 arancione: da 251 a 400 posti in terapia intensiva
  • Fase 5 rossa: da 400 posti in terapia intensiva

L’importanza della mascherina

Luca Zaia ha ribadito l’importanza dell’uso della mascherina:

“Vi prego è importante indossare la mascherina, la gente deve capire che il Covid è una pandemia che ci riempie gli ospedali ed è questo il problema. Se noi indossiamo la mascherina evitiamo di contagiarci, lo dico ai negazionisti visto che sono intenti a capire da dove arriva il virus. Dobbiamo focalizzarci invece sull’evitare la paralisi degli ospedali”.

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