Padova, i bar del Ghetto: la riapertura potrebbe essere una farsa
I locali sono troppo piccoli per recepire le prescrizioni di distanziamento sociale
I locali del Ghetto di Padova sono troppo piccoli per recepire le prescrizioni di distanziamento sociale.
La riapertura di lunedì potrebbe non essere la soluzione giusta
"Se ci diranno che dal 18 maggio potremo riaprire riapriremo, ma sarà una farsa, i piccoli locali rischiano di non riaprire più. Queste prescrizioni sono per chi ha plateatici o locali grandi, chi gestisce posti piccoli non vede la luce". Lo spiega Ennio Sacco, alla guida di due locali storici dell'antico ghetto di Padova, l'"Ex" e "Le Straßße" entrambi in via Gritti, frequentatissimi dai giovani, e cuore pulsante della movida padovana.
Locali alla prova del distanziamento sociale
Alla luce di direttive, ritenute ancora poco chiare, su una possibile riapertura dei locali, sia lui che tutti i gli esercenti del Ghetto di Padova si stanno organizzando per trovare la quadra e far entrare i clienti, ma i metri quadrati sono pochi e le manovre complicatissime se non impossibili. "All' Ex, se va bene, può entrare una persona - spiega Sacco, alle Straßße ce ne stanno al limite tre, se poi la gente non può stare neanche fuori a bere lo spritz, perché le norme sul distanziamento non lo concedono, allora possiamo tranquillamente dire che riapriamo ma solo per dare un segnare di speranza e far vedere che resistiamo, ma queste sono aperture fasulle".
Anche la storica osteria All'Anfora in via Soncin tenta di riorganizzarsi: "Abbiamo allargato il bancone per aumentare il distanziamento, da sette persone che trovavano posto prima adesso ce ne staranno in tre - dicono - e nella sala da 40 siamo ridotti a 15 posti, speriamo che vada bene così, altrimenti mi compro un autobus e apro l'osteria lì dentro, visto che nell'autobus, a quanto vedo l'assembramento si può fare".
Si sta armando di pazienza anche il bar Zanellato, noto per i panini e gettonato da giovani universitari: "Attendiamo regole chiare ma abbiamo già riorganizzato gli interni, dice uno dei due titolari - ma i clienti saranno ridotti del 70%".
Contin: "I ristoratori non sono untori"
"I ristoratori dovrebbero rimanere chiusi - afferma Federico Contin, re della movida padovana, gestore dell'osteria San Leonardo a Ponte San Leonardo e con la moglie Sissi gestore anche della Boccia, piccola enoteca in Ghetto - stanno facendo passare i ristoratori come degli untori quando non è così, è impossibile pensare a una riapertura dei locali senza un indirizzo chiaro, i piccoli poi rischiano di non riaprire più, il Ghetto rischia di sprofondare nella crisi".
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