Il locale da oggi sarà chiuso

Padova, c'è chi dice no: il Gasoline getta la spugna

Dopo la gogna sui social per gli assembramenti e il richiamo del vicario questore di Padova

Padova, c'è chi dice no: il Gasoline getta la spugna
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"Gettiamo la spugna!" inizia con queste parole un lungo post sul profilo ufficiale del locale dell'Arcella che annuncia come da oggi, 20 maggio, il Gasoline Padova rimarrà chiuso.

Troppe critiche e un richiamo ufficiale

Nel loro messaggio i titolari parlano di "una situazione insostenibile da gestire". Il locale è finito nel tritacarne mediatico per una foto che mostrerebbe assembramenti negli spazi esterni al locale. Per questo i titolari sono stati convocati dal vicario questore di Padova per un "richiamo" e per discutere di metodi più severi per far rispettare a pieno le misure di sicurezza.

 "Siamo stanchi di dover cercare di essere costretti a mantenere un ordine, dove un ordine non c'è. Stanchi di dover seguire regole inventate dalle varie task force, quando neanche loro sanno veramente con cosa abbiamo a che fare".

I titolari del locale sono rimasti amareggiati anche per gli attacchi sui socila: "Siamo stanchi di essere attaccati dal mondo "social", un mondo finto pieno di "leoni da tastiera", di tuttologi, di "politici del cavalcavia", tutti paladini di facebook".

La decisione drastica: restare chiusi

L'amara conclusione dei titolari porta ad una decisione drastica:

"Abbiamo sempre fatto tutto ciò che ci è stato comunicato, cercando di interpretare ogni nuova regola (sempre arrivata il giorno precedente).

Siamo sempre stati in contatto con le autorità, consci di avere una numerosissima e variegata clientela.

Siamo stanchi di dover trovare una soluzione a tutto. Abbiamo più di venti dipendenti che chiedono aiuto, hanno un mutuo per la casa, un altro per la macchina, sono giovani studenti con un affitto da pagare, o magari con il loro stipendio danno da mangiare ad una famiglia intera in Africa. Restare aperti con queste pressioni non ne vale la pena, si muore anche di ulcera non solo di coronavirus. Chiudiamo al pubblico per non perderci il fegato, o magari la licenza per colpa di qualche ragazzino/a che non ascolta nemmeno i suoi genitori".

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