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Omicidio di San Martino: le bugie alla badante dopo il delitto

La figlia, attualmente indagata, avrebbe depistato la badante dicendole di tornare il giorno successivo. "Stanno dormendo", e invece la mamma era morta, il papà in fin di vita.

Omicidio di San Martino: le bugie alla badante dopo il delitto
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Avrebbe mentito alla badante dei suoi genitori. Diletta Miatello, la principale indiziata per l'omicidio di San Martino, le avrebbe detto di tornare il giorno seguente, inventandosi una "storia". Ma la verità era un'altra: in quella casa, in quell'appartamento di via Galilei a San Martino di Lupari si era appena consumata una strage.

Omicidio di San Martino: le bugie alla badante dopo il delitto

O meglio, quasi una strage. Perché il piano di eliminare la coppia non è riuscito fino in fondo. La donna, Maria Angela purtroppo non ce l'ha fatta a sopportare i colpi ricevuti ed è morta. Il marito, invece, è riuscito a sopravvivere. Anche se in pessime condizioni, praticamente ridotto in fin di vita.

Sembra che la figlia, da subito indiziata come la principale indiziata, che aveva fatto perdere le tracce dopo la tragedia, e che poi è stata trovata dai Carabinieri in un albergo nel Vicentino, si fosse inventata una bugia per depistare la badante. E questo, evidentemente, per evitare che qualcuno scoprisse quanto accaduto.

L'avrebbe convinta a tornare a casa, "non servono le pulizie oggi", e lei non avrebbe sospettato nulla. Se solo avesse aperto la porta di quell'appartamento... Ma sarà la sorella dell'indiziata, qualche ora più tardi, verso le 11, ad accorgersi della tragedia quando Diletta, però, aveva già fatto perdere le tracce.

Dopo essere stata beccata in albergo nel Vicentino è stata presa in consegna dalle forze dell'ordine e attualmente è in carcere a Verona, difesa dal legale Elisabetta Costa. Venerdì sarà davanti al gip e nei prossimi giorni verrà eseguita l'autopsia sul corpo della madre. Corpo che porta i segni di una incredibile violenza: è stata trovata morta nel letto, il volto era letteralmente tumefatto, graffiato, pieno di taglietti. Vicino al corpo c'erano cocci di ceramica sul pavimento.

Il papà, invece, era in cucina, ma forse è stato colpito più volte con lo stesso oggetto che ha tramortito e ucciso la madre. Sembra, secondo una prima ricostruzione, che il papà agonizzante sia riuscito a pronunciare il nome della figlia Diletta all'altra figlia, Chiara, quella che ha dato l'allarme alle Forze dell'ordine e che ha chiamato i soccorritori. In casa non ci sarebbero segni di effrazione e per il medico legale l'aggressione risale al giorno prima, il 26 dicembre, tra le 20 e le 6 del mattino dopo. Diletta aveva un precedente penale: un furto in uno store di abbigliamento nel 2020, poi archiviato.

 

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