Indagini in corso

Omicidio Bergamin: nuovi dubbi sul movente, anche la confessione non coincide

La rottura di alcune vertebre cervicali smentisce la confessione di Battaglia

Omicidio Bergamin: nuovi dubbi sul movente, anche la confessione non coincide
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Stanno venendo a galla nuovi dettagli e nuovi dubbi sull'omicidio di Franco Bernardo Bergamin, commesso da Alessio Battaglia il 22 febbraio 2025 a Limena.

Nuovi dettagli sull'omicidio Bergamin

Gli investigatori dell'Arma, coordinati dal colonnello Gaetano La Rocca e il Maggiore Enrico Zampolli, stanno esaminando le dinamiche dell'omicidio dell'ottantenne. Ciò che non convince gli inquirenti sarebbe un possibile movente dell'assassino. Di fatto, Battaglia, 41enne di Trieste, ha raccontato che il tutto sarebbe partito da una lite per alcune bollette e che si sarebbe conclusa con una spinta a terra risultata fatale per Bergamin.

Durante la confessione il triestino ha affermato:

"L'ho colpito al torace e con due schiaffi in pieno viso. È caduto su un fianco sul pavimento e rantolava. Non ho chiamato i soccorsi e quando è morto ho solo avvolto il cadavere in due sacchetti dell'immondizia per nasconderlo".

Tuttavia, l'autopsia, che è stata effettuata mentre il 41enne veniva arrestato a Monfalcone, ha evidenziato delle lesioni che non sarebbero causate da un semplice spintone. Infatti, il medico legale Antonello Cirnelli ha stabilito che la causa della morte è stata la rottura di alcune vertebre cervicali. Il colpo a terra non avrebbe potuto spezzare le ossa del collo dell'anziano, solo un'azione meccanica diretta potrebbe spiegare queste lesioni.

Gli investigatori stanno seguendo diverse piste e stanno controllando il conto corrente di Bergamin con l'obiettivo di analizzare i suoi movimenti bancari. Di fatto, un'ipotesi è che l'anziano fosse vittima di Battaglia che, essendo senza soldi, sfruttasse i risparmi dell'anziano oltre a farsi ospitare.

Un'altra macabra possibilità riguarda la pensione di Bergamin. Come confessato dallo stesso triestino, dopo aver occultato il cadavere nell'armadio, lui e la compagna hanno continuato a vivere nell'abitazione di via Papa Giovanni XXIII per alcuni giorni. Per questo, gli investigatori sospettano che Battaglia intendesse appropriarsi della pensione dell'anziano, lasciando il corpo decomporre mentre continuavano a incassare il denaro.

Attualmente il 41enne si trova nel carcere le Due Torri ed è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, mentre la compagna sembra essere estranea ai fatti.

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