Quarantene violate

Numeri di telefono falsi e mancate risposte: ecco perché in Veneto il tracciamento non funziona

L'appello sin qui inascoltato del Governatore Zaia e la rabbia del direttore della Sanità veneta, Luciano Flor. Si pensa come arginare il fenomeno.

Numeri di telefono falsi e mancate risposte: ecco perché in Veneto il tracciamento non funziona
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Persone sottoposte a quarantena che, in ogni provincia del Veneto, eludono l’isolamento dando persino numeri di telefono sbagliati per non essere rintracciati. L’allarme di Zaia e Flor.

Numeri di telefono falsi e mancate risposte

L’appello a un maggiore senso civico, a fronte di una situazione ancora molto pesante (tale da costringere a un parziale blocco dell’attività didattica in presenza nelle scuole per tutto il mese di gennaio), l’aveva rivolto solo pochi giorni fa lo stesso presidente Zaia:

“Abbiamo diverse segnalazioni di persone in quarantena che si danno alla macchia o danno numeri di reperibilità sbagliati, così non andiamo da nessuna parte”.

Il concetto è stato rimarcato poi con forza anche dal neo direttore della sanità veneta, dottor Luciano Flor:

“Se non si coglie la gravità del momento neanche di fronte allo stop di un servizio primario come la scuola, la situazione è grave».

E il riferimento è proprio all’ordinanza con cui il Governatore ha bloccato il rientro in classe degli studenti delle superiori in Veneto, prolungando la didattica a distanza al 100%.

Un prassi sistematica ormai

Al peggio, del resto, non c’è mai fine:

“Ci sono centinaia di casi in ogni provincia di persone che si rendono irreperibili durante la quarantena o l’isolamento fiduciario, persone che non rispondono al telefono quando chiamano gli operatori del Servizio d’igiene oppure danno numeri falsi, che alla telefonata dell’operatore risultano inesistenti. Non si tratta più qui di casi isolati, ma di una chiara volontà di eludere l’obbligo di restare a casa e di sottrarsi al controllo del servizio sanitario, col rischio di infettare altre persone».

Il nodo giuridico

La volontà di intervenire in situazioni simili con la “mano pesanti” sui responsabili – meglio sarebbe dire irresponsabili – di simili condotte, si scontra però con problemi di natura giuridica. Non è infatti possibile sanzionare o denunciare – a meno di non rischiare lo scivolamento verso uno Stato poliziesco che lo stesso Zaia ha sempre ribadito di voler scongiurare – chi semplicemente non risponde al telefono. Di qui l’idea almeno di rafforzare la collaborazione tra enti di controllo.

In sostanza, se il destinatario di numerose telefonate dovesse continuare a restare “latitante”, si potrebbe inviare a casa sua per un controllo la Polizia locale o i Carabinieri a suonare direttamente il campanello.

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