Polverara

Motociclista padovano scivolò su una macchia d'olio: risarcito con 35mila euro dopo otto anni

L'incidente risale al marzo 2013 nel comune di Polverara. Riformata in Appello la sentenza di primo grado sfavorevole al 47enne.

Motociclista padovano scivolò su una macchia d'olio: risarcito con 35mila euro dopo otto anni
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Oltre 35.000 euro è la cifra che l’uomo otterrà a titolo di risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali riportati in un incidente stradale avvenuto ben otto anni prima (foto copertina di repertorio).

Motociclista padovano scivolò su una macchia d'olio

Il danno riconducibile ad un fatto della circolazione stradale di cui è responsabile un veicolo rimasto non identificato va risarcito. È quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Venezia in totale riforma della sentenza pronunciata dal Tribunale di Treviso che aveva negato il risarcimento dei danni da incidente stradale occorso ad un centauro padovano di 47 anni.

Oltre 35.000 euro è la cifra che l’uomo, assistito da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nei casi di controversie assicurative, otterrà a titolo di risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali riportati in un incidente stradale avvenuto ben otto anni prima.

I fatti

Era il 22 marzo 2013 quando, nel comune di Polverara, il motociclista, percorrendo via Roma con direzione di marcia Legnaro-Casalserugo, perdeva improvvisamente il controllo della propria Honda e cadeva rovinosamente a terra. Immediatamente soccorso, veniva ricoverato a causa delle diverse lesioni riportate, tra le quali una vasta ferita alla gamba sinistra.

I puntuali rilievi delle autorità intervenute, i Carabinieri di Padova, hanno evidenziato la presenza sul selciato di una scia di sostanza oleosa per ben 38 metri, tanto che era stata chiamata una carrozzeria del posto per “ripristinare le condizioni del manto stradale reso viscido da sostanza oleosa”.

Tuttavia, nella causa di primo grado per il risarcimento dei danni promossa dal motociclista, per il tramite dei legali fiduciari di Giesse, nei confronti di Generali, compagnia designata per il Fondo Vittime della Strada, il giudice del Tribunale di Treviso non aveva ritenuto provata la circostanza che il sinistro fosse dipeso dalla presenza del liquido lasciato sulla careggiata da un veicolo soggetto ad assicurazione obbligatoria rimasto non identificato.

Non solo, il giudice non aveva considerato chiarita neppure la natura della “sostanza oleosa” rinvenuta sul manto stradale, ovvero se si fosse trattato di “gasolio, benzina o altro combustibile” riconducibile ad un veicolo a motore, tanto che si sarebbe potuta verificare anche “la caduta del liquido dalla tanica trasportata da una bicicletta o da un veicolo a trazione animale”. Per queste ragioni, quindi, ha rigettato le richieste risarcitorie del motociclista.

Primo grado ribaltato in Appello

Per gli esperti di Giesse, invece, il risarcimento era assolutamente dovuto e così anche secondo la Corte d’Appello di Venezia che ha completamente riformato la decisione di primo grado, in quanto risultava più che provato che il motociclista fosse scivolato a causa della scia oleosa presente sull’asfalto, non essendovi inoltre alcun elemento atto a fondare una corresponsabilità del centauro nella causazione del sinistro; infine, le ipotesi alternative formulate dal Tribunale circa l’origine della sostanza oleosa erano del tutto improbabili e surreali, tanto che la stessa non poteva non appartenere ad un veicolo motorizzato, e quindi con obbligo di assicurazione.

L’appello è stato quindi integralmente accolto e Generali condannata a risarcire il motociclista, oltre che a rimborsare le spese legali.

“Abbiamo lottato fino in fondo per far valere le ragioni del nostro assistito, senza farci scoraggiare dall’ingiusto esito del giudizio di primo grado – sottolinea Massimo Gottardo, responsabile della sede Giesse di Vicenza – Il nostro assistito stava guidando tranquillamente quando all’improvviso si è ritrovato sbalzato a terra, senza poter far nulla. E’ chiaro che una scia oleosa di quasi 40 metri non possa essere stata persa che da un altro veicolo a motore, come auspicavamo anche la Corte di Appello ha confermato le nostre tesi: il risarcimento è assolutamente dovuto”.

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