SCAMBIO DI ACCUSE

Morto in garage, la casa da cui è stato allontanato era di un attivista anti sfratti: s'infiamma lo scontro politico a Treviso

Il 53enne Marco Magrin stava in un'immobile di proprietà di Andrea Berta, attivista del centro sociale Django e dell’associazione Caminantes, in prima linea per il diritto alla casa

Morto in garage, la casa da cui è stato allontanato era di un attivista anti sfratti: s'infiamma lo scontro politico a Treviso
Pubblicato:

La morte di Marco Magrin, 53enne originario di Camposampiero, trovato senza vita in un garage a San Liberale lo scorso 30 novembre 2024, ha sollevato una complessa rete di polemiche e accuse. La vicenda vede al centro Andrea Berta, attivista del centro sociale Django e dell’associazione Caminantes, proprietario dell’appartamento in cui Marco viveva fino allo scorso agosto.

Aveva ereditato l'appartamento

Secondo le ricostruzioni, Berta avrebbe ereditato l'appartamento dove viveva Marco da una zia, poiché non era in grado di sostenere le spese legate alla proprietà. Divenuto proprietario, avrebbe chiesto al 53enne di lasciare l’appartamento.

Dopo mesi di occupazione e il cambio delle serrature, Marco si era trasferito in un garage dello stesso stabile, dove è morto in circostanze legate al freddo e alla precarietà.

Marco Magrin

Le parole del Sindaco

In merito alla questione, anche il Sindaco di Treviso Mario Conte ha espresso il proprio dolore per la vicenda. Allo stesso tempo, non ha risparmiato critiche sulla gestione del caso:

"Ho appreso con un sentimento di grande tristezza della morte di Marco, l’uomo che dopo lo sfratto viveva in un garage di San Liberale. Ho letto la sua storia e sono profondamente dispiaciuto, perché nessuno era a conoscenza della sua situazione, mai segnalata alla rete istituzionale, e della sua storia di fragilità e indigenza. Di fronte alla morte non possiamo che restare in un rispettoso silenzio".

Il Sindaco di Treviso Mario Conte

"Ma ciò che ho letto stamattina mi ha lasciato interdetto: lo sloggio (o meglio, la sostituzione del 'cilindro' della serratura) è stato effettuato da uno dei più convinti e accaniti manifestanti sul tema della casa dei centri sociali, proprietario dell’immobile".

Infatti Andrea Berta, oltre a essere proprietario dell'appartamento, è anche attivista del centro sociale Django e dell’associazione Caminantes, con cui aveva manifestato per il diritto alla casa degli immigrati.

"Gli stessi centri sociali, in piena crisi di identità e credibilità, che in queste ore mi stanno attaccando con sciagurati riferimenti a commenti del signor Magrin a post sulle stelle di Natale di dicembre 2023, 51 settimane fa. Non voglio più entrare nel merito, non è giusto, soprattutto in questo momento. Ma è bene riflettere su alcuni principi fondamentali, primo fra tutti la coerenza".

Oltre alla critica, il Sindaco Conte ha anche annunciato la presentazione di un esposto alla Procura per chiarire eventuali responsabilità, con l’obiettivo di comprendere sia il ruolo del proprietario sia la mancanza di interventi da parte delle istituzioni.

I Fratelli d'Italia non fanno sconti

Il gruppo trevigiano di Fratelli d'Italia, che ha rilasciato il seguente comunicato, pubblicato sui social dal Consigliere provinciale FdI Davide Acampora, in merito a quanto successo:

"I Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia a Treviso esprimono il loro più sincero cordoglio per la drammatica scomparsa di Marco Magrin ritrovato senza vita nel garage di un condominio in strada Castagnole. Fratelli d’Italia non intende strumentalizzare a meri fini politici il decesso di un concittadino, causato dall’indifferenza e marginalizzazione della persona proprio da parte di coloro che si propongono come paladini dei più bisognosi".

"Tuttavia il Partito non può non stigmatizzare il comportamento e l’azione di tutti quelli che, come gli appartenenti del Centro Sociale di cui è attivista anche Andrea Berta (il proprietario dell’alloggio che era occupato da Magrin e compagna), usano il disagio, la povertà e il bisogno per meri interessi politici e speculativi. Diverso è, invece, il lavoro del nostro Movimento politico, ben più silente ma comunque ampiamente efficace nel combattere i bisogni delle famiglie e dei cittadini trevigiani rispetto agli strepitii del CSO Django che, come sempre più spesso accade, si limita a manifestazioni antidemocratiche come quella che ha costretto la sospensione dell’ultimo Consiglio Comunale di Treviso".

"Tra l’altro, tutte Iniziative utilizzate strumentalmente per le loro battaglie ideologiche ben poco hanno a che fare con l’aiuto ai più bisognosi".

Il commento del gruppo Django

Il centro sociale Django ha pubblicato un commento di risposta al Sindaco Conte.

"I COLPEVOLI SIETE VOI! A Treviso, come in tutte le città, è pieno di gente che sta male, che soffre, che ha problemi: dopo la pandemia, le guerre e la crisi economica, la situazione già grave è di molto peggiorata. Il comune, i servizi e le cosiddette istituzioni spesso non sanno nemmeno che queste persone esistono. Fingono di non sapere che ci sono centinaia di senzatetto, non solo quelli che dormono per strada, ma anche chi dorme in garage, in sistemazioni di fortuna, in coabitazioni forzate".

"Fingono di non sapere che centinaia di persone con problemi sociali, di dipendenze, con problemi psicologici esistono anche nella città vetrina, ma loro sanno solo dire: più polizia! Quando il Comune dice di rivolgersi a loro tutti sanno che è mera propaganda: hanno lasciato eseguire senza battere ciglia centinaia di sfratti, molti da parte dell’Ater e di palazzinari".

"Le persone che si sono rivolte ai servizi sociali hanno ottenuto porte chiuse in faccia e sfratti effettuati con la forza pubblica. I servizi pubblici se ne stanno barricati in ufficio e addirittura si lamentano se troppe persone si rivolgono a loro, perché la parola d’ordine, da oltre 30 anni è sempre la stessa: 'arrangiatevi!'. Sostengono l’autodeterminazione degli individui, ma sanno cosa significa provare ad autodeterminarsi quando si è senza nulla, depressi o con problemi di dipendenze?".

E ancora, in merito al caso della morte di Marco Magrin:

"Adesso stanno cercando di montare una vergognosa provocazione contro le organizzazioni e il volontariato che, tra i pochi, in questi anni hanno lottato per il diritto alla casa, per bloccare gli sfratti e per garantire l’accoglienza, mentre i politicanti fanno morire in mare donne e bambini e gioiscono quando un migrante viene ucciso dalla Polizia a colpi d’arma da fuoco come è accaduto a Verona. La storia di Marco e della sua compagna è, nella sua drammaticità, semplice: vivevano da anni in una casa senza pagare l’affitto, in una situazione estremamente difficile. Per rispetto nei loro confronti evitiamo di entrare nei particolari, ma il fatto è che nessuno si è mai accorto di loro".

"Alcuni mesi fa la donna è stata male ed è stata presa in carico da una comunità. Ai politici ed alle istituzioni non interessa se è viva o morta, come sta, basta che sia scomparsa, presa in carico da qualcun altro. Anche Marco era in difficoltà e, a modo suo, ha chiesto aiuto, senza nemmeno venire preso in considerazione: i suoi commenti (almeno quelli non cancellati da qualche zelante social media manager) si possono ancora trovare sulla pagina di Mario Conte. Aveva avuto una sistemazione in cui non gli era mai stato chiesto un affitto ma in cui la situazione era di abbandono. Poi lui ha detto di aver trovato una soluzione alternativa e se n’è andato, nascondendo il fatto che era andato a dormire in un garage. Resta il fatto che ha provato a contattare il Comune senza ottenere alcuna risposta".

 

Il commento a cui il gruppo Django fa riferimento

 

"Il sindaco parla di esposti per accertare le responsabilità: il primo esposto è verso i servizi sociali e la sua amministrazione e al suo entourage pagato per cancellare i commenti sui social di chi chiede aiuto pur di non turbare l’immagine della città bomboniera. Andrea ha deciso, assieme a tutti noi, di mettere l’appartamento a disposizione per progetti sociali e soggetti fragili in situazione di marginalità. Perchè ancora una volta le chiacchiere stanno a zero, contano i fatti! Per questo ancora una volta diciamo: i colpevoli siete voi, per quello che fate ma soprattutto per quello che NON fate. E davvero, non sappiamo con quale coraggio riusciate a guardarvi allo specchio".

"Noi continueremo le nostre battaglie per far sentire la voce di chi è invisibile, per pretendere diritti e non elemosina, per mostrare a tutti il marcio che si nasconde dietro vetrine e luci natalizie. A tutti quelli che sbavano e cercano di montare una polemica senza aver mai mosso un dito noi diciamo solo: VERGOGNATEVI, MISERABILI!"

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali