Padova

Morta per overdose a 37 anni, individuato il pusher: le consegnava le dosi a domicilio

Il settembre scorso la Polizia di Stato intervenne all’interno di un’abitazione di via Fermi ove era stato rinvenuto il corpo esamine di una 37enne di cui i famigliari non avevano più notizie da alcuni giorni.

Morta per overdose a 37 anni, individuato il pusher: le consegnava le dosi a domicilio
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Concluse le indagini che hanno condotto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova, grazie agli approfondimenti investigativi della Squadra Mobile, ad individuare il presunto responsabile del decesso di una 37enne di Padova, morta per un’incongrua assunzione di cocaina.

Morta per overdose a 37 anni, individuato il pusher

Si tratta di un 45enne nigeriano senza fissa dimora (all’epoca dei fatti domiciliato a Padova) con precedenti per stupefacenti.

Il settembre scorso la Polizia di Stato intervenne all’interno di un’abitazione di via Fermi ove era stato rinvenuto il corpo esamine di una 37enne di cui i famigliari non avevano più notizie da alcuni giorni
Nel corso del sopralluogo, gli agenti rinvenivano accanto al corpo della giovane donna alcune boccette vuote di metadone e alcuni blister di farmaci semivuoti.

Appresa la notizia del decesso, la Procura di Padova disponeva l’autopsia sul corpo della donna, delegando alla Squadra Mobile gli approfondimenti investigativi volti a ricostruire le frequentazioni della stessa ed i contatti da lei avuti negli ultimi giorni, il tutto allo scopo di accertare le esatte cause della morte.

Era in terapia

La donna risultava seguire una terapia presso il SERD, ma allo stesso tempo continuare ad assumere sostanze stupefacenti. Accertate (mediante alcune informazioni rese da persone a lei vicine) le modalità con cui la stessa si procurava la droga, talvolta consegnatala a domicilio da un cittadino di sospetta etnia nigeriana, solito raggiungerla servendosi di un monopattino elettrico, e poi esaminato il tabulato dell’utenza in uso alla donna, i poliziotti della Squadra Mobile sono riusciti ad isolare un’utenza telefonica che risultava essere da lei contattata pressoché ogni uno o due giorni, per pochi secondi, ed a tutte le ore del giorno e della notte.

Facile intuire che la stessa potesse essere quella in uso al pusher sospettato, tanto più che risultava essere intestata ad un soggetto nigeriano, per quanto non censito in alcuna banca dati, ma soprattutto impegnare spesso celle serventi la zona della Stazione, il quartiere Stanga e la zona Arcella, ove sono soliti stazionare stranieri anche dediti ad attività di spaccio.

È stato attraverso la successiva analisi di quest’altra utenza che gli investigatori hanno potuto accertare l’esistenza – nel medesimo periodo in cui si erano registrati le chiamate con l'utenza della deceduta – di numerosi contatti con utenze riconducibili ad italiani presumibilmente legati al consumo di stupefacenti, e stranieri, alcuni dei quali con precedenti per spaccio.

Rintracciata una parte di tali altri clienti (fra cui operai, impiegati e studenti universitari), ed acquisite da loro informazioni sulle modalità di acquisto delle dosi di stupefacente (tutti confermavano di acquistarla dal medesimo soggetto di nazionalità nigeriana, di cui fornivano soprannomi diversi, solito spostarsi a bordo di un monopattino elettrico), è stato possibile risalire al reale utilizzatore dell’utenza comune (persona diversa dall’intestatario, come si sospettava) ovvero al pusher che aveva in quel medesimo periodo, e ancora la sera precedente al rinvenimento del cadavere, procurato le dosi di cocaina alla 37enne deceduta.

L’uomo è stato individuato e riconosciuto in foto da buona parte dei soggetti ascoltati.
A lui vengono contestati il commercio in maniera continuativa ed abituale di sostanze stupefacenti del tipo "cocaina" e "marjuana" e l’aver cagionato, ancorché come conseguenza non voluta, il decesso della giovane donna, dovuto appunto ad incongrua assunzione di cocaina.

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