Shock a Padova

Minacciato e massacrato da un brasiliano per soldi: "Mi ha detto di non fare il mona", poi è stato l'inferno

"Lavorava" con una complice, una giovane italiana... Gli hanno spillato un sacco di soldi

Minacciato e massacrato da un brasiliano per soldi: "Mi ha detto di non fare il mona", poi è stato l'inferno
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Un 33enne di origini italo-brasiliane ed una 22enne padovana sono gravemente indiziati del reato di estorsione, per avere in molteplici occasioni, sin dall'ottobre 2022, da soli e in alcune occasioni in accordo tra loro, costretto mediante minacce il titolare di un esercizio commerciale sito nella zona San Giuseppe di Padova a consegnare loro somme di denaro variabili tra 30 e 50 euro per volta. Per questa ragione nei loro confronti sono state disposte, su richiesta della Procura della Repubblica di Padova, la misura degli arresti domiciliari e quella del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

Minacciato e massacrato da un brasiliano per soldi

Il febbraio scorso l'esercente si rivolgeva ad un equipaggio della sezione Volanti della Questura di Padova riferendo di essere vittima di estorsione. L'uomo raccontava ai poliziotti che ogni notte, al suo arrivo presso l'esercizio, veniva taglieggiato da un soggetto di origine italobrasiliana, il quale pretendeva da lui tra i 30 ed i 50 euro, ricorrendo anche a violenza fisica e minacce.

Richieste che lo stesso continuava ad assecondare perché fortemente intimorito e soprattutto perché ogni volta sorpreso da solo all'apertura dell'attività. Più volte era dovuto ricorrere a cure mediche presso il pronto soccorso (persino richiedere l'intervento di un'ambulanza), a causa delle violenze fisiche e psicologiche subite.

Dopo aver trovato il coraggio di raccontare tutto alla Polizia, è stata predisposta un'attività di "monitoraggio" che ha consentito agli agenti di identificare compiutamente l'indagato — peraltro proprio allorché si era portato per l'ennesima volta dinanzi alla porta d'ingresso dell'esercizio. Costui giustificava la propria presenza dicendo di essersi recato in loco per acquistare della merce, risultando tuttavia privo del denaro necessario.

Ma la vittima lo riconosceva immediatamente nell'autore delle estorsioni, ovvero in colui che ormai dall'ottobre 2022 si presentava ogni mattina a chiedergli soldi e cui aveva già consegnato diverse centinaia di euro. Ma a presentarsi presso il negozio era pure una donna, anche lei conosciuta di vista dalla vittima, ritenendo essere la fidanzata dell'italo-brasiliano. Anche lei chiedeva insistentemente dei soldi, adducendo problemi familiari, pretendendo ogni volta di fare 1a spesa gratis e terrorizzando la vittima di eventuali ripercussioni.

"Mi ha detto di non fare il mona", poi è stato l'inferno

In un recentissimo episodio, l'indagato ha bloccato la porta di uscita dell'esercizio con il piede, impedendo alla vittima di uscire, minacciando di tagliagli le gomme dell'autovettura se non gli consegnava il denaro richiesto: dicendogli di "non fare il mona" perché 40 € gli sarebbero costati meno che pagare un treno di gomme. L'ha poi minacciato pure di spaccare tutto con un piede di porco e di dare fuoco al locale, asserendo di non avere paura di niente e di nessuno neanche delle forze dell'ordine.

L'aggravarsi delle pretese ed il timore di concrete ritorsioni hanno fatto si che 1a vittima si determinasse a denunciare le condotte estorsive.

Le indagini esperite dagli investigatori della Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile hanno permesso di riscontrare in pieno tutte le accuse avanzate. Innanzitutto è stata annotata in plurime occasioni la presenza dell'indagato in corrispondenza dell'esercizio. Ma sono state significative pure le informazioni testimoniali raccolte dal titolare di un esercizio posto in prossimità di quello della vittima, e la personalità violenta dell'indagato, ricostruita sulla base di quanto riferito dagli abitanti del quartiere (personalità che 10 stesso GIP ha definito "non meno che inquietante").

Ritenendo condivisibili le articolate valutazioni espresse dalla Procura della Repubblica, anche in relazione al concreto e grave pericolo di reiterazione dell'attività criminosa, il Giudice ha pertanto applicato all'uomo la misura cautelare degli arresti domiciliari, prescrivendogli di non allontanarsi dal luogo dell'arresto senza autorizzazione ed imponendogli il divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano, ed alla donna la misura del divieto di avvicinamento, prescrivendole di non avvicinarsi a meno di 200 metri dalla persona offesa e comunque di comunicare con essa con qualsiasi mezzo.

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