Padova

"Mi sono perso", ma è una bugia: era nel locale spogliatoi dell'ospedale per rubare negli armadietti

A notare gli atteggiamenti sospetti del 50enne un operatore sanitario del policlinico, il quale ha poi avvertito i Carabinieri

"Mi sono perso", ma è una bugia: era nel locale spogliatoi dell'ospedale per rubare negli armadietti
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I Carabinieri della stazione di Padova hanno arrestato oggi, 7 marzo 2024, in flagranza di reato per furto aggravato un cittadino italiano 50enne, in Italia senza fissa dimora: il malfattore aveva forzato l'armadietto di una radiologa del policlinico, rubandole dei gioielli d'oro.

50enne beccato a rubare dall'armadietto di una radiologa

Si aggirava con fare sospetto tra le corsie del policlinico di Padova un 50enne italiano, arrestato oggi, 7 marzo 2024, dai Carabinieri della locale stazione in flagranza di reato per furto aggravato. 

Il malfattore, nel corso della mattinata, era stato notato da un addetto alla radiologia del policlinico, intento a gironzolare tra i locali adibiti a spogliatoio, in una zona, tra l’altro, interdetta al pubblico.

Alla richiesta dell’operatore ha riferito di essersi perso. Non convinto, il tecnico ha segnalato la cosa al 112 dei Carabinieri che ha inviato tempestivamente una pattuglia.

Un operatore sanitario se ne accorge e avverte il 112

Il 50enne nel frattempo, con la scusa di trovare la strada per il pronto soccorso, si stava allontanando ma il dipendente del nosocomio non lo aveva perso di vista consentendo ai militari di intercettarlo immediatamente al loro arrivo.

Lo hanno quindi fermato per un controllo e, sottoposto a perquisizione personale, lo hanno trovato in possesso di un portafoglio ed un astuccio con al suo interno monili in oro risultati appartenenti ad una radiologa del reparto e un tagliaunghie dotato di lametta usato verosimilmente per forzare gli armadietti dei dipendenti.

La refurtiva è stata riconsegnata alla legittima proprietaria, mentre l’arrestato, conosciuto alle forze dell’ordine per reati simili, dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria patavina del suo gesto.

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