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La zona rossa in stazione è di nuovo attiva. Non mancano le polemiche: i Giuristi Democratici valutano il ricorso

Mentre l'amministrazione comunale si divide, la cosiddetta zona ad alto impatto è entrata in funzione

La zona rossa in stazione è di nuovo attiva. Non mancano le polemiche: i Giuristi Democratici valutano il ricorso

Dalla mezzanotte di giovedì 18 settembre 2025, è attiva la zona rossa nell’area della stazione di Padova, ma ciò ha già scatenato delle polemiche, anche tra i giuristi.

La zona rossa è attiva

In particolare, la nuova area scelta per questa misura ideata dal Ministro Piantedosi è stata fissata includendo via Tommaseo, una parte di via Annibale da Bassano, viale Codalunga, via Goldoni e via d’Avanzo.

Tuttavia, la decisione del Cosp è stata opposta al volere dell’amministrazione, che, nella giornata di lunedì 16 settembre, aveva votato in Consiglio Comunale una mozione contro le cosiddette zone ad alto impatto. Per questo motivo, attualmente, la politica padovana si trova divisa sulla decisione di reintrodurla nell’area della stazione.

Infatti, molti esponenti di centrodestra si sono esposti appoggiando apertamente la decisione del Prefetto, come il consigliere comunale Luigi Tarzia, che ha scritto un post su Facebook dove afferma:

“La maggioranza ha scelto di opporsi all’ordinanza prefettizia, dimostrando ancora una volta scarsa attenzione verso la sicurezza e il decoro urbano. Ritengo invece positivo che il Prefetto abbia avviato questo percorso per la nostra città e che, questa mattina, ne abbia disposto il ripristino nel comparto Stazione, come ho sottolineato intervenendo nel dibattito”.

I Giuristi Democratici valutano il ricorso

Tuttavia, a favore dell’Amministrazione Giordani, sembra che si schiereranno i Giuristi Democratici di Padova. Infatti, come ha spiegato la presidente, Agnese Usai, studieranno il dispositivo per vedere se c’è la possibilità di fare ricorso.

In particolare, il problema nascerebbe proprio da una sentenza del Tar della Campania, in cui è stato affermato:

“La decisione mette in discussione l’uso reiterato di poteri straordinari da parte delle prefetture italiane in assenza di reali emergenze e rilancia il dibattito su misure simili attivate in altre città come Milano, Roma, Bologna e Firenze”.

Di fatto, sarebbe proprio la mancanza di un’emergenza o di necessità a dare la possibilità di far ricorso. La presidente Usai ha voluto sottolineare ai microfoni del Tgr che prima bisognerà analizzare come si valuta la restrizione della propria libertà costituzionale, affermando:

“Per noi è necessario esaminare il provvedimento per vedere con quali condizioni la Polizia può intervenire, per capire se questa libertà costituzionale possa essere compressa da un provvedimento prefettizio. Perché, diversamente, queste libertà possono essere compresse solo da una legge ordinaria”.