Brutale violenza

Ha solo 9 anni e per mesi è stato massacrato di botte dal patrigno, salvato dalla maestra

ll suo aguzzino si sarebbe difeso dicendo che non lo riconosceva come suo figlio

Ha solo 9 anni e per mesi è stato massacrato di botte dal patrigno, salvato dalla maestra
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Per lui niente arresto, ma una misura restrittiva di divieto di avvicinamento alla vittima con l'allontanamento anche dalla casa famigliare

Ha solo 9 anni e per mesi è stato massacrato di botte dal patrigno, salvato dalla maestra

Frustato e pestato dal compagno della madre perchè non lo riconosceva come suo figlio. Una esclation di violenze che hanno costretto Emil, nome di fantasia per tutelare il bambino che ha solo 9 anni, al ricovero nel reparto di pediatria dell'ospedale di Padova grazie alla segnalazione della sua maestra.

L'orco di questa storia è il patrigno, G.C. un moldavo di 39 anni, che si è accanito per mesi sul bambino riempiendo le sue giornate di dolore e paura sotto raffiche di pugni, sberle e calci sferrati su tutto il suo piccolo corpo. Non solo su ventre, costole, schiena, gambe e braccia, ma anche sui genitali e sul volto tanto da "regalargli" un occhio nero. Non pago della sua ferocia, per cui adesso è stato iscritto nel registro degli indagati per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali pluriaggravate, è arrivato anche a frustarlo sui glutei con ferite che sarebbero compatibili con dei cavi elettrici.

La madre ha negato che il compagno fosse l'aguzzino di suo figlio

Una situazione insostenibile che è continuata da giugno a settembre quando è ricominciata la scuola e le maestre si sono insospettite. Fino a quel momento Emil non aveva potuto contare nemmeno sull'appoggio della sua mamma che, interrogata dagli inquirenti, ha negato che il compagno avesse potuto inferire con tale ferocia sul figlio. Anzi, oltre a difenderlo, ha anche cercato di sviare le indagini dichiarando che il bambino si era fatto male cadendo dalla bici. Non sapendo però spiegare i segni delle frustate sui glutei. Se sia stata o no la paura di ripercussioni a spingere la donna a negare l'evidenza, non è ancora certo ma le insegnanti di Emil non hanno esitato ad aiutarlo. Piccoli espisodi che alla fine le hanno spinte a lanciare l'allarme.

Un giorno il bambino era arrivato a scuola che non riusciva nemmeno a sedersi al suo banco perchè le frustate ricevute sul sedere non gli permettevano di appoggiarsi alla sedia tanto erano dolorose, ma anche i lividi disseminati in tutto il corpo rendevano insopportabile persino ricevere un abbraccio di conforto dalle sue insegnanti che alla fine hanno chiamato un'ambulanza. Emil è stato portato in pronto soccorso a Piove di Sacco per degli accertamenti e da lì trasferito in pediatria a Padova con una prognosi di 20 giorni.

I medici, con cui finalmente il bambino si è confidato raccontando delle brutalità subite dal patrigno, hanno confermato che le lesioni riscontrate erano compatibili con le brutali percosse. Alla fine quindi la procura aveva chiesto l'arresto del moldavo, ma il gip si è limitato ad emettere una misura restrittiva di divieto di avvicinamento alla vittima con l'allontanamento anche dalla casa famigliare.

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