Gino Cecchettin al premio laurea Coldiretti in memoria di Giulia torna sulla sentenza contro Turetta: "Dolore su dolore"
"Con le parole si può coltivare. Anche il rispetto", ma lo zio afferma "La crudeltà c'è, anche alla luce del bene che Giulia ha sempre dimostrato a Filippo"

Nella giornata di venerdì 11 aprile 2025 è stato assegnato per la prima volta il premio laurea Coldiretti, in memoria di Giulia Cecchettin, che ha preso vita grazie alle Donne di Coldiretti, alla quale erano presenti lo zio e il padre, per la prima volta in pubblico dopo la sentenza di Filippo.
Gino Cecchettin al premio laurea Coldiretti in memoria di Giulia
Gino Cecchettin e Andrea Camerotto, rispettivamente papà e zio di Giulia, venerdì 11 novembre erano al Palazzo del Bo, in aula Nievo, per il conferimento del premio di Laurea Coldiretti in memoria di Giulia Cecchettin, studentessa e laureata dell'università di Padova. Il riconoscimento è nato con lo scopo di approfondire la violenza di genere e ha preso vita grazie alle Donne di Coldiretti, in collaborazione con la Fondazione Campagna Amica e l'Unipd.
La vincitrice si chiama Chiara Arnoldo del dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali con la sua tesi "Technology-facilitated intimate partner violence in Italy, The role of education in preventing abusive behaviors in intimate relationships". Alla cerimonia era presenti anche: la Prof.ssa Gaya Spolverato, delegata dell'Università alle Politiche per le pari opportunità e presidente della Commissione valutatrice; Alessandra Pulvirenti, componente della commissione valutatrice; Valentina Galesso, presidente di Donne di Coldiretti Veneto. La vincitrice ha affermato:
"Per me rappresenta veramente un'opportunità per portare finalmente, anche fuori dal mondo accademico quelle che sono queste tematiche".
Gino Cecchettin ha voluto sottolineare l'importanza di ricordare Giulia anche dopo le motivazioni della sentenza, ma ha anche detto:
"Dolore su dolore perché non ci si aspettano certi tipi di motivazione, ma oggi siamo qua per un altro motivo e quindi vorrei rivolgere sempre in positivo per cercare di guardare al lato pro-attivo del tutto. Dobbiamo avere sogni, il mio è quello di arrivare al 31 dicembre, quando la conta dei femminicidi sia ancora a zero".
Andrea Camerotto invece ha dichiarato molto più schiettamente:
"Siamo rimasti tutti molto colpiti, ho visto che anche sui social si è scatenato un giudizio negativo rispetto alle parole usate. Non sono in grado di giudicare chi lo fa per lavoro e chi ha studiato per dare queste motivazioni, non ne ho le competenze, ma sono cose che fanno veramente male. Il linguaggio ha un'importanza fondamentale, e queste motivazioni portano a 76 le coltellate inferte a Giulia. Al di là dell'ergastolo mi chiedo se con un tipo di linguaggio del genere si possa dire che da domani lui sarà esperto visto che nella prima occasione era inesperto e inadeguato. La crudeltà c'è, anche alla luce del bene che Giulia ha sempre dimostrato a Filippo. Cosa farei se dovessi reincontrare Filippo? Spero sia lui ad allontanarsi da noi dovesse un giorno avere la possibilità di uscire: ne parlavo prima con mio cognato Gino Cecchettin, magari tra molti anni riceveremo altre notizie che feriranno la nostra famiglia e dovremo farcene una ragione. Permessi per buona condotta? Io spero che non ci siano mai".
Le sue parole si riferiscono alla sentenza di Filippo Turetta che, secondo i giudici non è possibile "valorizzare, di per sé, il numero dei colpi" e che quindi, nonostante le 75 coltellate inferte, non si può parlare di crudeltà. Inoltre, manca anche l'aggravante dello stalking perché solo Giulia poteva chiedere di procedere contro Filippo, invece continuava a sentirlo e si è presentata all'appuntamento al centro commerciale.