Ad Abano Terme

Femminicidio Nicoleta Rotaru, nel cellulare centinaia di registrazioni: "Erik ti prego smettila"

La difesa di Erik Zorzi, 42enne accusato di aver ucciso la ex moglie il 2 agosto 2023, si prepara a "smontare" le accuse in vista dell'udienza del prossimo 17 settembre 

Femminicidio Nicoleta Rotaru, nel cellulare centinaia di registrazioni: "Erik ti prego smettila"
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Proseguono le indagini sul caso di Nicoleta Rotaru, 37enne mamma di due bambine morta lo scorso 2 agosto 2023 ad Abano Terme. Quello che fin da subito era sembrato un gesto estremo, in realtà è stato l'ennesimo tragico episodio di femminicidio.

A togliere la vita a Nicoleta sarebbe stato l'ex marito Erik Zorzi. A incastrarlo una prova decisiva: sul cellulare della 37enne è stato rinvenuto un audio in cui è registrato l'assassinio ma non solo. Adesso, la difesa del 42enne si prepara a controbattere in udienza il prossimo 17 settembre.

Femminicidio Nicoleta Rotaru, nel cellulare centinaia di registrazioni

Quanto contenuto all’interno del telefono di Nicoleta Rotaru, trovata morta ad Abano Terme il 2 agosto 2023, ha portato all’arresto dell’ex marito Erik Zorzi. Centinaia le registrazioni contenute, prova di violente discussioni con l'ex marito mai prese in considerazione fino al sollecito delle avvocatesse ingaggiate dalla famiglia di Nicoleta.

Le due professioniste hanno più volte sollecitato i Carabinieri di Abano affinché il cellulare, posto sotto sequestro, fosse ispezionato per capire se ci potesse essere altro.

Il 29 novembre 2023 l’avvocata Roberta Cerchiaro e la collega Tatiana Vija hanno poi formalmente chiesto ai militari che il telefono fosse affidato ad un perito, incarico che è stato dato solo a fine gennaio.

A metà marzo 2024, dopo aver ascoltato migliaia di file audio, il professionista ha scovato quello che la Procura di Padova e i Carabinieri hanno ritenuto poter essere la prova dell’omicidio.

"Erik ti prego smettila"

Questo uno deglii ultimi vocali incriminanti prima della tragedia, che per la gip descriverebbe inequivocabilmente il momento in cui lui le stringe la cinghia al collo mentre lei è prona sul letto e cerca di dormire. Da qui, l'arresto del 42enne.

Erik Zorzi

Il testamento per proteggere le figlie

Nicoleta temeva che Erik Zorzi la uccidesse. Per questo, aveva confessato a due delle sue amiche più strette l'incubo che stava vivendo e il tentativo di ricostruirsi una vita. Come un nuovo lavoro, un trasloco e una nuova frequentazione.

Ma c'è un dettaglio ancor più importante: la 37enne, poco prima del tragico epilogo, ha rivelato di voler fare un testamento per proteggere le figlie e non lasciarle in custodia all'ex marito.

Una decisione presa mesi prima del femminicidio, inscenato come un suicidio nel box doccia del bagno la notte tra l’1 e il 2 agosto 2023 ad Abano Terme.

Nicoleta Rotaru

La difesa potrebbe richiedere una perizia psichiatrica

Intanto, in vista dell'udienza preliminare che si terrà a Padova il prossimo 17 settembre, la difesa del 42enne Erik Zorzi si prepara a fronteggiare le "prove regine".

Tra queste, la perizia medico legale effettuata dalla dottoressa Alessia Viero. Inizialmente, l'esito esplicitava il suicidio di Nicoleta, subito tramutato in omicidio non appena sono state rese note le registrazioni che incriminerebbero Zorzi.

Una seconda prova da scardinare, quella più complessa, riguarda l’audio della notte del 2 agosto del 2023, che secondo l’avvocata del presunto omicida Silvia Masiero non sarebbe così univoca come descritta dalla gip Laura Alcaro nell’ordinanza di custodia cautelare. Il 42enne ha, infatti, giustificato le urla della vittima come un tentativo respinto di avere un rapporto sessuale.

Infine, la perizia sulla porta del bagno, dalla quale sarebbe stato scardinato il pannello centrale per poter chiudere il chiavistello da dentro e incastrare Nicoleta. Alla luce dei nuovi accertamenti che la difesa intende fare, non è esclusa la richiesta del rito abbreviato condizionato all’esito di una perizia psichiatrica per valutare un eventuale "vizio di mente di Zorzi".

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