Operazione "Fast & Clean"

Fatture false per "giustificare" operazioni mai effettuate e ripulire il denaro sporco

Le 140 aziende "fantasma" erano esistenti solo sulla carta e domiciliate ad indirizzi inesistenti: tra il 2022 e il 2023 sono state protagoniste di una maxi frode fiscale del valore di 2 miliardi di euro

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Una maxi frode fiscale da due miliardi di euro è stata scoperta dalla Guardia di finanza che ha individuato 140 società fantasma. L'operazione, denominata "Fast & Clean", ha portato a sequestri per 350 milioni di euro, oltre a numerose perquisizioni in corso a Milano, Monza, Brescia, Padova e Ragusa nei confronti di 85 indagati.

L'operazione "Fast & Clean" per una maxi frode fiscale

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ancona hanno concluso un’importante operazione investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, in continuità con un’analoga operazione condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Senigallia.

In occasione di un primo segmento investigativo, partendo da alcuni laboratori di confezione gestiti da cinesi nella Provincia di Ancona, è stata scoperta una rete di società cartiere responsabili dell’emissione di fatture false per circa 150 milioni di euro, con un’evasione di circa 33 milioni di euro di Iva e di imposte dirette sottratte al Fisco.

L’attività investigativa è stata denominata “Fast & Clean” per la velocità con cui le operazioni illecite sono state portate a termine, garantendo la ripulitura del denaro mediante la simulazione di operazioni commerciali mai avvenute. Le modalità adottate hanno assicurato agli imprenditori coinvolti, italiani e cinesi, l’immediata disponibilità del profitto della frode fiscale.

Individuate 140 imprese fantasma

Le Fiamme Gialle di Senigallia, con l’intervento delle unità specialistiche del Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Ancona, hanno portato alla luce una rete di ulteriori 140 imprese per la maggior parte localizzate nella Regione Lombardia.

Tutte esistenti solo sulla carta, totalmente destrutturate per risorse umane e materiali, addirittura domiciliate in luoghi improbabili se non ad indirizzi inesistenti. Tali aziende nel giro di soli due anni (2022 - 2023) hanno emesso fatture false per un miliardo e 700 milioni di euro.

In attuazione dei provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. di Ancona, la Guardia di Finanza di Ancona ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente dell’importo di 350 milioni di euro, che ha riguardato conti correnti bancari, autovetture di pregio, denaro contante, beni di pregio ed unità immobiliari.

Hanno, inoltre, eseguito altri  34 decreti di sequestro preventivo d’urgenza emessi dalla Procura della Repubblica di Ancona nei confronti di altrettante imprese responsabili dell’evasione per l’importo di almeno 22 milioni di euro di IVA.

Più di 30 provvedimenti di perquisizione

Sono stati eseguiti più di 30 provvedimenti di perquisizione, analizzati sequestrati e bloccata l’operatività di 1569 conti bancari, con l’impiego di 100 uomini nelle attività di perquisizione che hanno interessato le località Milano e Provincia, Roncello (MB), Gallarate (VA), Montirone (BS), Firenze e Provincia, Padova e Vittoria (RG).

Gli ulteriori approfondimenti eseguiti sul conto delle imprese emittenti le fatture fittizie hanno rivelato la presenza di centri di elaborazione dati al servizio delle suddette imprese, che garantivano a molteplici beneficiari, imprenditori italiani e cinesi, di evadere le imposte, riciclare il denaro mediante trasferimento all’estero e ottenere immediatamente, ed in maniera occulta, la retrocessione del profitto dell’attività illecita realizzata.

Le modalità di retrocessione del denaro

Le indagini della Procura di Ancona hanno, inoltre, scoperto le modalità di retrocessione del denaro utilizzato per il pagamento delle fatture false: la società cartiera emetteva la fattura falsa e indicava al destinatario gli estremi del conto corrente italiano su cui eseguire il bonifico per il pagamento.

Giunto l’accredito, il gestore della cartiera disponeva un bonifico estero di pari importo su di un conto corrente di una banca cinese giustificando l’operazione a titolo di pagamento per operazioni di importazione di prodotti in realtà mai avvenute.

Gran parte dell’importo bonificato dall’utilizzatore della fattura falsa, nel frattempo trasferito in Cina, veniva restituito allo stesso imprenditore in denaro contante che gli veniva consegnato da “corrieri”.

L'attività illecita accertata rientrerebbe nella fattispecie della “underground bank”, ovvero il sistema di una banca occulta, al servizio dell’economia illegale, che grazie ad una struttura organizzata e complessa è in grado di trasferire e riciclare somme miliardarie e di utilizzare provviste di denaro contante, non tracciato, per la restituzione, all’impresa destinataria delle fatture false, di parte degli importi dalla stessa bonificati.

L'importante lavoro della Guardia di Finanza

L’operazione rappresenta un segno tangibile dell’attenzione dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza al grave fenomeno dell’evasione e del riciclaggio del denaro.

L’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.

Da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dalle istituzioni contro gli evasori totali e i frodatori che distraggono ingenti somme destinate alle casse dell’Erario e alterano la libera concorrenza con le imprese sane del tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

I provvedimenti eseguiti costituiscono misure cautelari, disposte in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione; i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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