La Questura di Padova la notte tra mercoledì e giovedì scorsi, ha arrestato due 43enni, nati in provincia di Venezia e residenti in un campo nomadi di Padova, entrambi con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio: i nomadi, sono stati sorpresi mentre rubavano su una autovettura in sosta in via Vigonovese.
In concorso con loro sono stati denunciati i due figli di 18 e 22 anni di uno dei due, presenti durante il furto.
I sospetti e la rete dei controlli
I due arrestati sono sospettati di essere gli autori di numerosi altri episodi simili verificatisi nelle ultime settimane a Padova, dove quelli si spostavano a bordo di una BMW grigio chiaro, sospettata di essere in uso a sconosciuti che si erano resi responsabili di alcuni furti aggravati a su autovetture a Padova e nei comuni della prima cintura.
L’attenzione degli investigatori è finita proprio su quel veicolo, con a bordo quattro persone, nel tardo pomeriggio di mercoledì 17 settembre 2025, mentre percorreva una via cittadina a bassa velocità.
I poliziotti ne hanno seguito i movimenti per tutta la serata, notando che gli spostamenti erano tesi a monitorare le principali aree di sosta cittadine e le vie isolate, alla ricerca di qualche veicolo su cui commettere furti.
Scatta la trappola
Quando l’autovettura sospetta si è fermata in via Vigonovese, nelle vicinanze di un ristorante, dall’auto è sceso uno degli occupanti che, dopo essersi avvicinato ad un’auto di grossa cilindrata accostata a lato strada, prelevava qualcosa dall’abitacolo dopo aver aperto velocemente lo sportello destro, mentre la conducente era al telefono, e tornava poi rapidamente sull’auto da cui era sceso per scappare con i suoi complici.
Raggiunta e fermata l’auto sospetta, i più giovani che occupavano il sedile posteriore della BMW, si davano a precipitosa fuga ma venivano bloccati dopo breve inseguimento.
Gli altri due occupanti del veicolo venivano identificati dai poliziotti che, durante la perquisizione, trovavano in auto una borsa da donna contenente circa 1000 euro e i documenti della donna cinese proprietaria della Mercedes che era stata derubata poco prima.
Le evidenze del malaffare
La perquisizione dell’auto dei ladri consentiva ai poliziotti di rinvenire anche numerosi arnesi da scasso, punte da trapano e martelletti utilizzati per infrangere i vetri di auto e abitazioni, torce, guanti, mascherine e passamontagna utili per il travisamento durante i furti.
Invito in Questura
Accompagnati i quattro fermati in Questura i poliziotti hanno proceduto alla loro identificazione e all’arresto in flagranza del conducente e del passeggero che aveva materialmente commesso il furto, mentre i due più giovani, figli di uno dei due, venivano denunciati in concorso con gli altri due per furto aggravato.
Altre cose da chiarire
L’attività della Squadra Mobile è proseguita con un deferimento per furto aggravato, per via di un furto commesso con analoghe modalità la sera del 10 settembre 2025, ai danni di altro cittadino cinese cui è stata sottratta una borsa contenente 20.000 euro in contanti, mentre quello era fermo al distributore in Corso Stati Uniti ed un altro commesso il 12 settembre 2025 nell’area di servizio Limenella ai danni di un turista olandese cui era stato sottratto uno zainetto contenente macchina fotografica di valore e vari effetti personali.
Numerosi sono inoltre gli episodi simili verificatisi in città e Provincia nelle ultime settimane.
Venerdì mattina 19 settembre 2025, la Procura ha convalidato gli arresti con obbligo di dimora nel comune di abituale dimora dei due, con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione in orario notturno.