Il dramma

Famoso per video comici virali senza volerlo, Checchin trovato morto in casa: “La sua fragilità sviata sui social senza rispetto”

Il 73enne viveva solo a Massanzago. Da qualche giorno non lo si vedeva in giro ed è scattato l'allarme

Famoso per video comici virali senza volerlo, Checchin trovato morto in casa: “La sua fragilità sviata sui social senza rispetto”

Si è spento all’età di 73 anni Riccardo Checchin, cittadino di Massanzago. L’anziano è stato trovato nella sua casa senza vita, dopo che, non vedendolo in giro per alcuni giorni, è stato lanciato l’allarme. Una tragedia della solitudine, che questa volta ha riguardato una persona considerata “famosa”, la quale però non era affatto a conoscenza di questa sua ampia popolarità.

Riccardo Checchin star di video virali a sua insaputa

Il motivo è da collegarsi a diversi video, pubblicati sui social media nel corso degli anni, e divenuti virali in tutta la Regione, con milioni e milioni di visualizzazioni.

Filmati etichettati come comici e incentrati su alcuni stereotipi veneti, che lo vedevano come protagonista a sua insaputa, perché non era lui a riprendersi, ma altre persone che lo inquadravano col cellulare nella sua vita quotidiana, pubblicando poi i video online.

Nello specifico, Riccardo Checcin veniva filmato mentre impreca dopo essere caduto a terra dalla bicicletta. Oppure mentre si muove tra i tavoli del bar e parla con gli altri clienti, tra blasfemie e sproloqui in dialetto veneto. In altri casi, il 73enne veniva provocato semplicemente per vedere che tipo di reazione avesse, anche se voleva solo essere lasciato in pace.

I titoli dei video pubblicati sui social, i quali si trovano ancora nonostante siano stati caricati cinque o sei anni fa, sono ad esempio “Veneto ubriaco in dialetto” o “Ciclista veneto ubriaco“. Filmati che, come detto, sono diventati virali, accumulando visualizzazioni su visualizzazioni, tutti incentrati su questo signore considerato una “macchietta di stereotipi”.

Anche ora che purtroppo Checchin è scomparso, alcuni video sono stati ancora rilanciati online, soprattutto da pagine dedicate a contenuti “trash” o divertenti che lo omaggiano scrivendo “persona autentica in grado di scatenare risate e affetto“. Altri invece hanno ripostato i suoi filmati scrivendo:

“Ricky il vecchio mito se ne è andato per sempre”.

“Ci ha lasciato un grande, grazie delle risate che ci hai regalato…Riccardo Checchin riposa in pace…”.

Anche Giuseppe Pan, Capogruppo Lega in Regione Veneto, ha pubblicato un post in dialetto per ricordarlo:

“Xe morto Riccardo Checchin, 73 ani. El ne ga fatto rider e pensar coi so video, sempre col so modo semplice e vero. Riposa in pase, Riccardo. I to video resterà sempre co’ nuialtri”.

“La sua fragilità sviata sui social senza rispetto”

Dietro però all’ilarità dei suoi filmati, è stata lanciata un’aspra critica relativa proprio al fenomeno della pubblicazione di video che ritraggono persone come Riccardo Checchin.

Stefano Scattolin, vicesindaco di Massanzago, ma che ai tempi della prima pubblicazione dei video ricopriva il ruolo di primo cittadino, ha dichiarato:

“Riccardo Checchin, trovato esanime domenica scorsa nella propria casa dopo alcuni giorni dal decesso, solo. Non era un “influencer” né “uno spettacolo” – ha scritto su Facebook il vicesindaco Scattolin – La sua ostinazione e l’incapacità di intendere, le sofferenze e le fragilità sono state spesso sviate da una innata simpatia nei social amplificata talora senza rispetto: per Riccardo pietà umana e una preghiera”.

Scattolin, infatti, sottolinea come questi filmati puntano sulle particolarità “sopra le righe” di alcune persone, li mettono alla berlina del pubblico social con l’unico scopo di fare visualizzazioni. Chi si trova dall’altra parte del cellulare e preme play, tuttavia, non si chiede mai che tipo di problemi o difficoltà stia passando la persona filmata, ma anzi, più è farlocca la situazione che si vede, maggiori saranno le possibilità di diventare popolare sulla Rete.

Il vicesindaco di Massanzago, intervistato dal Corriere del Veneto, ha dichiarato che la gente ne ha approfittato, senza sapere che Checchin fosse “una persona in difficoltà, con una serie di problematiche personali e di salute e che non si rendeva conto di ciò che accadeva intorno a sé“. Soprattutto, non conosceva i social, né gli effetti dell’esposizione mediatica.

“Avevo denunciato la cosa sui social, commentavo scrivendo di lasciarlo stare. Il paese cercava di proteggerlo, ma non si riusciva a tenerlo sempre d’occhio – ha aggiunto Scattolin al Corriere del Veneto – All’epoca abbiamo individuato alcune persone che gli avevano fatto dei filmati, venivano da fuori paese e sembra che qualcuno lo facesse bere per riprenderlo”.

Purtroppo, negli ultimi anni la sua salute si è gradualmente aggravata e Checcin ha smesso di uscire spesso di casa.

“La sua è una storia di marginalità” ha concluso Scattolin.