La Questura di Padova

Dopo decine di furti nel padovano, la banda di ladri si ritira a Pordenone

Quattro albanesi latitanti, sorpresi nel covo ed ora in galera: trovati gioielli, monili d’oro e d’argento per un valore di circa 200.000 euro, oltre a migliaia di euro in denaro contante

Dopo decine di furti nel padovano, la banda di ladri si ritira a Pordenone

La Squadra Mobile di Padova ha individuato e disarticolato una banda di ladri albanesi autori nei giorni scorsi di decine di furti a Padova e provincia, che si erano spostati poi in un covo in provincia di Pordenone dove avrebbero continuato le loro attività.

Indagini immediate

Le indagini della Polizia Giudiziaria erano state innescate proprio dai numerosi furti in abitazione che si erano registrati in Città e comuni limitrofi, ed hanno consentito di individuare nell’arco di pochissimi giorni l’autovettura usata ed il covo dei ladri.

In particolare, gli investigatori della Squadra Mobile hanno subito individuato l’autovettura di grossa cilindrata, intestata ad un prestanome, che veniva utilizzata dalla banda per compiere i suoi colpi.

I professionisti

I malviventi agivano, dicono gli inquirenti, con estrema professionalità, adottando di volta in volta ogni artificio utile ad impedire la loro identificazione alla quale si è giunti, infatti,  solo dopo l’irruzione nel covo in provincia di Pordenone.

I segugi

Gli agenti, individuata la vettura, hanno analizzato i percorsi stradali “secondari” utilizzati fino a giungere al covo dei banditi nel quale hanno potuto recuperare anche la refurtiva dei colpi messi a segno negli ultimi due giorni in provincia di Pordenone: gioielli, monili d’oro e d’argento per un valore di circa 200.000 euro, oltre a migliaia di euro in denaro contante.

La tecnica

Con l’autovettura i ladri raggiungevano la zona prescelta per il colpo, che veniva perlustrata a piedi alla ricerca delle abitazioni valutando i serramenti che sarebbero stati più facile da forzare.

Anche l’abbigliamento era sempre lo stesso ed un tassello dopo l’altro, con l’ausilio delle telecamere di videosorveglianza, i Poliziotti li hanno pedinati sino alla loro base logistica che da qualche giorno era stata fissata in una struttura ricettiva della provincia di Pordenone.

Sgominata la banda

Coordinatesi le due Procure territorialmente competenti, nella notte tra mercoledì e giovedì della settimana scorsa, una quindicina di poliziotti della Squadra Mobile di Padova, con l’ausilio dei colleghi della Squadra Mobile di Pordenone, hanno fermato i quattro banditi, tutti di nazionalità albanese, appena rientrati da una delle loro razzie.

L’organizzazione

Uno dei ladri, aveva organizzato la sua stanza posizionando il letto in modo tale da potersi dare alla fuga tramite la finestra e, una volta scoperti, è proprio così che tentava di allontanarsi, fermato però dai poliziotti in borghese.

Albanese uno – Questi era un albanese di 25 anni, in Italia dal 2018 e senza alcun precedente penale, con una residenza fittizia in provincia di Caserta, ma di fatto senza alcuna stabile dimora.

Albanese due – Oltre a lui, un conterraneo 35enne, in Italia dal 2005, già arrestato due volte nel 2012 per furti in appartamento e nel 2023 per possesso di arnesi atti allo scasso, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi.

Albanese tre – Un altro è un 34enne connazionale dei primi due, in Italia dal 2018, già arrestato nel 2023 e 2024 per furti in appartamento commessi in Veneto, ricercato perché destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere relativa ad un procedimento penale instaurato per furti in abitazione presso il Tribunale ordinario di Teramo.

Albanese quattro – Il quarto schipetaro arrestato, è un 36enne in Italia dal 2013, con tre diversi nomi dichiarati alla Polizia durante i numerosi controlli: un arresto nel 2011, uno nel 2013 ed uno nel 2021, tutti per furti in appartamento; era ricercato in quanto destinatario di un mandato di cattura relativo ad una condanna a due anni e mezzo da scontare in relazione ad altri episodi simili, circa una quarantina, commessi in tutto il triveneto nel 2021.

Materiale da scasso

Nel covo i poliziotti hanno trovato gli strumenti da lavoro utilizzati dalla banda (vedi foto di copertina) per  depredare ville e appartamenti:

  • un “flessibile” di grosse dimensioni con dischi, punte e lame di ricambio per entrare negli alloggi;
  • cacciaviti, pinze di vario tipo;
  • radioline ricetrasmittenti utilizzate per tenersi in contatto durante i furti, ed evitare di essere localizzati.

La refurtiva

Numerosi i gioielli, anche con pietre preziose, monili d’oro e d’argento, oltre al denaro contante nascosto all’interno dell’appartamento usato come base logistica, sono stati sottoposti a sequestro e saranno restituiti quanto prima dall’Autorità giudiziaria.

Trasferimento coatto dei quattro

Dopo la perquisizione i quattro albanesi sono stati accompagnati in Questura e, dopo l’identificazione, sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria per i tre furti avvenuti la sera dell’arresto, in provincia di Pordenone e per i quali erano già state già acquisite le denunce da parte dei proprietari.

Indagini in corso

Ad ogni buon conto, avvertono dalla Questura di Padova, non si fermano le indagini nei confronti dei quattro albanesi, al fine di risalire a tutti gli altri episodi da loro commessi nelle ultime settimane in Veneto e ai possibili ricettatori.

Ora i quattro lestofanti sono ristretti nel carcere di Pordenone a disposizione dell’autorità giudiziaria.