Diletta Miatello è stata condannata a 28 anni per l’omicidio dei genitori
L'ex vigilessa aveva ucciso brutalmente i genitori nel dicembre 2022. La Corte d'Assise di Padova ha emesso la condanna dopo aver respinto la richiesta di ergastolo
Diletta Miatello, ex vigilessa di 53 anni, è stata condannata a 28 anni di carcere per l’omicidio dei suoi genitori, avvenuto il 26 dicembre 2022 nella loro abitazione a San Martino di Lupari. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d'Assise di Padova, che ha così chiuso il processo, respingendo la una richiesta di ergastolo da parte dell'accusa (in copertina: Diletta Miatello).
Condannata a 28 anni
Durante il processo, l'ex vigilessa aveva negato di essere la responsabile dell’aggressione, ma ha comunque ammesso il rapporto estremamente conflittuale con i genitori. La perizia psichiatrica ha evidenziato che la donna soffre di un disturbo della personalità di tipo paranoide, ma è stata ritenuta capace di intendere e di volere al momento dei fatti.
La brutalità dell'omicidio è emersa chiaramente dall'autopsia, che ha rilevato numerose lesioni e fratture sul corpo della madre, colpita ripetutamente al volto e al torace, e gravi ferite al cranio del padre.
Nonostante la gravità degli eventi, la Corte ha deciso di non accogliere la richiesta dell'ergastolo formulata dal pubblico ministero Marco Brusegan, optando per una condanna a 28 anni.
L'omicidio dei genitori
La tragedia si consumò nella casa dei genitori di Diletta, Maria Angela Sarto, 84 anni, e Giorgio Miatello, 89 anni. La donna li aggredì con estrema violenza, colpendo la madre con i cocci di un piatto rotto fino a causarne la morte per dissanguamento. Il padre, gravemente ferito durante l'attacco, è deceduto dopo due mesi di agonia in ospedale a causa delle lesioni riportate. Durante il ricovero, con un ultimo filo di voce, sarebbe riuscito a fare una rivelazione determinante alla sorella, Chiara, confermando che le accuse nei confronti dell'ex vigilessa.
Il movente del duplice omicidio sembra essere legato a delle tensioni familiari, aggravate dal ritorno di Diletta a vivere con i genitori dopo la separazione dal marito e la perdita della custodia del figlio. Le continue liti in casa, anche per questioni economiche, hanno creato un ambiente carico di tensione, testimoniato dalla badante che si prendeva cura dei genitori.
Aveva fatto perdere le tracce
Per evitare che qualcuno scoprisse cosa fosse successo, sembra che Diletta, da subito indiziata come la principale sospetta, si fosse inventata una bugia per depistare la badante, arrivata all'abitazione dei genitori per il servizio di pulizie ordinario.
Convinta la badante a tornare a casa, Diletta è riuscita a far perdere le tracce. Solo con l'arrivo della sorella Chiara, si sarebbe scoperto il massacro. Dopo essere stata rintracciata in un albergo a Romano d'Ezzelino (Vicenza), è stata presa in consegna dalle forze dell'ordine, per poi essere trasferita in carcere.