Corruzione, turbativa e fatture false: arrestato Oreste Liporace, ex Comandante dei Carabinieri di Padova
Il Generale sarebbe stato corrotto con borse di lusso, biglietti per lo stadio e il teatro alla Scala, nonché noleggi auto. Immediata è stata la sospensione dell'incarico da parte dell'Arma dei Carabinieri
Nella giornata di oggi, giovedì 4 luglio 2024, l'ex Comadante dell'Arma dei Carabinieri di Padova, Oreste Liporace, con l'accusa di corruzione, turbativa e false fatture su un appalto quasi 700mila euro (in copertina: il Generale Oreste Liporace).
Corrotto con borse di lusso, noleggi, e biglietti per la Scala e lo stadio
Nella giornata di oggi, 4 luglio, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano ha dato esecuzione a un'ordinanza di arresti domiciliari a carico del Generale Oreste Liporace, Comandante dei Carabinieri del secondo Reggimento Allievi, Marescialli, Brigadieri di Velletri (Roma), nonché ex Comandante di Padova tra il 2017 e il 2019.
Secondo quanto riportato, Ciò deriva da un coinvolgimento del Comandante in un appalto da circa 700mila euro, per servizi di pulizia della caserma affidati all'impresa Fabbro S.p.a.. Le indagini, dirette dalla Procura di Milano, si sono concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici, in cambio di denaro e altre utilità, il tutto mascherato dalla partecipazione fittizia di soggetti economici alle bandi di gara. Dalle indagini, si è scoperto che il Generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, e biglietti per lo stadio Olimpico e il teatro alla Scala di Milano.
L'inchiesta
Le accuse mosse nei confronti di Liporace arrivano da un'inchiesta su presunti appalti truccati, corruzione e traffico di influenze illecite, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Milano, a cui sono seguite delle perquisizioni a carico di 22 persone e vari uffici pubblici, legati all'Avvocatura Generale dello Stato, al Centro Alti Studi Difesa, al Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna, e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).
Oltre al Generale Liporace, a finire agli arresti domiciliari è anche Ennio De Vellis, imprenditore vicino al militare e ai fratelli, anch'essi indagati, Massimiliano e William Fabbro (della sopracitata ditta). Indagato anche Lorenzon Quinzi, Capo Dipartimento per gli Affari Generali e la Digitalizzazione del MIT.
Le indagini arrivano fino in Vaticano
Ancora in corso sono le perquisizioni nei confronti delle varie persone fisiche, società ed enti pubblici possibilmente coinvolti nelle vicende, estendendo le indagini in varie province d'Italia. Oltre a questo, l'inchiesta di Milano si sta interessando anche di un presunto traffico di influenze illecite, legate ad accordi per garantire alla società dei fratelli Fabbro degli appalti all'interno del Vaticano, tra cui uno gestito da Frati Francescani e un appaltro triennale da 15 milioni di euro risalente al 2020, per dei servizi di ristorazione presso alcune sedi della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Chiaramente, visto il coinvolgimento del Generale Liporace nell'inchiesta, l'Arma dei Carabinieri ha provveduto a sospenderlo dall'incarico con effetto immediato.
Altro episodio di corruzione
Ma il Generale Liporace non è l'unico Carabiniere ad essere arrestato per corruziono. Lo scorso 16 giugno, infatti, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Prato, Sergio Turini, è finito ai domiciliari per aver cercato di favorire una candidata al consiglio comunale di Poggibonsi (Siena). Ne abbiamo parlato nel seguente articolo.