Cure alternative

Condannato a sette anni di reclusione un pakistano 49enne che aveva aperto particolare attività di guaritore

Le prestazioni scadevano in oscenità dopo aver assicurato trattarsi di pratiche curative per il corpo e per la mente da effettuarsi mediante massaggi

Condannato a sette anni di reclusione un pakistano 49enne che aveva aperto particolare attività di guaritore

Il Pubblico Ministero Marco Brusegan, del Tribunale di Padova, la settimana scorsa ha condannato a sette anni di reclusione un pakistano 49enne, domiciliato in provincia di Milano, ma che aveva aperto attività di guaritore anche a Padova.

Dalle sedute alla seduta in Tribunale

Eh già, perché le sedute che proponeva non avevano niente a che fare con la fisioterapia, quanto piuttosto con la manipolazione lasciata andare a situazioni di violenza di gemere non richiesta.

Oltre ai sette anni di carcere, al guaritore è stato intimato il pagamento di un risarcimento di 30 mila euro, oltre a spese legali, a favore di quella fra le due vittime – una “piovese” – che lo avevano denunciato.

La tecnica esotica

Con studiolo anche a Padova, come detto, il pakistano riceveva o, almeno, ha ricevuto queste due donne che lo hanno denunciato, per essere state oggetto di palpeggiamenti anche nelle parti intime ed atti sessuali nei quali le sue prestazioni scadevano in oscenità dopo aver assicurato trattarsi di pratiche curative per il corpo e per la mente da effettuarsi mediante massaggi.

Dopo avere costretto a tali pratiche una prima delle denuncianti, tentando anche di abbracciarla e baciarla, ci ha provato poi con la 35enne di Piove di Sacco (PD) arrivando ad atteggiamenti sessuali espliciti, motivo per cui gli sono piovute addosso le due denunce.

I fatti risalgono al 15 ottobre ed al successivo 30 novembre 2021 e le modalità dell’approccio erano le stesse: dopo aver tentato di mettere a proprio agio le clienti, una volta sdraiatele sul lettino iniziava le sue speciali terapie. (In copertina, foto d’archivio)

Altro che massaggi curativi, insomma, il dispositivo della sentenza recita trattarsi di “toccamenti partiti dalle mani per passare alle spalle e poi ai seni e anche al sedere ai quali sottoponeva le pazienti e le costringeva, tenendole ferme con le braccia, a subire abbracci continuando nel contempo a toccare il sedere, tentando di baciarle. Toccamenti che avvenivano sotto i vestiti”.

Dalla denuncia al processo ci è voluto un po’ di tempo, ma giustizia è fatta.